INTERVISTA

Zac7 - Il giornale del Centro Abruzzo

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Dario Colecchi Presidente di Federturismo Abruzzo



Sembra che il freddo quest’anno stia arrivando precocemente. Che anno si prospetta per il turismo invernale abruzzese? Se dovessi basarmi sulle telefonate che stiamo ricevendo in questi giorni, credo che, neve permettendo, siamo di fronte ad un anno che promette molto bene. Su questo risveglio influiscono due fattori. L’immagine che gli altipiani hanno dato nell’inverno scorso, prima del terremoto, con neve abbondante e servizi efficienti. La grande visibilità che il post terremoto ha dato all’Abruzzo. Può sembrare cinico dirlo, ma è così. Fino al 6 aprile non ci conosceva nessuno e ci arrabattavamo a cercare linee promozionali che risultavano scarsamente efficaci. In un attimo, l’Abruzzo ha invaso il mondo, e non solo con le macerie dell’Aquila. L’anno, quindi, promette bene. Ma la struttura del turismo bianco abruzzese è pronta? Chi gestisce il turismo in Abruzzo deve entrare nell’ordine di idee che oltre alla promozione c’è dell’altro. Occorre agire a livello strutturale. Mettendoci in condizione, per esempio, di avere la materia prima, l’acqua, per l’innevamento artificiale. Realizzando servizi integrati, che riguardano l’intero territorio. Perché il turismo è anche commercio, impianti sportivi, sanità, cultura. Noi, come operatori del settore, i progetti li abbiamo e li abbiamo anche presentati a chi di dovere. Ora spetta a chi governa individuare le priorità e procedere ad attivare il giusto canale finanziario. Fino a che non avviene questo, siamo in mezzo al guado e tutto è affidato alla buona volontà dei singoli operatori. Dal suo osservatorio privilegiato, che momento sta vivendo e quali prospettive si aprono per il nostro territorio? Credo, innanzitutto, che bisogna capire realtà di questa zona. Essa ha enormi potenzialità, che, per fortuna, non sono state tutte sfruttate. Così non si è forse decollati, ma si sono fatti anche, paradossalmente, pochi danni. Per esempio, non si sono realizzati altrove progetti assurdi come i tre stadi del ghiaccio nel giro di dieci chilometri (Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso). Davanti alle classi dirigenti di oggi, quindi, c’è una grande scommessa per l’avvenire, che i fondi del terremoto serviranno ad incentivare ulteriormente. La mia ricetta è semplice. Superare la frammentazione delle decisioni. Evitare i particolarismi delle singole realtà locali. Riunire pubblico e privato in un unico organismo, l’Agenzia Locale di Sviluppo, di cui si parla da anni e non si è mai concretizzata. Spetterà poi all’agenzia fissare alcuni punti precisi di sviluppo, condivisi e di interesse complessivo, verso i quali orientare i vari flussi finanziari. Ecco, credo che questa sia la scommessa con la quale ci si deve misurare, senza perdere ulteriormente tempo. Chi è Dario Colecchi ha 38 anni. è titolare, con il fratello, della Pizzalto Spa di Roccaraso. L’azienda comprende un albergo con 120 posti letto, situato in piazzale dell’Aremogna. Fornisce un servizio “integrato”. Oltre alla ricettività, infatti, prevede il servizio di impianto a fune, il nolo sci e le baite. Dal marzo scorso Colecchi è Presidente di Federturismo Abruzzo, affiliata a Confindustria, succedendo al pescasserolese Ernesto Paolo Alba. è anche membro di una serie di organismi che si occupano dei problemi dello sviluppo del territorio. Fa parte, infatti, del Consiglio di Amministrazione del Gal leader Abruzzo Italico-Alto Sangro, che si occupa dei fondi europei per lo sviluppo rurale. Fa parte, inoltre, del Consorzio Ambiente Sviluppo, che ha sede a Castel di Sangro e che mette insieme enti pubblici ed operatori privati. è anche consigliere della Siafas, il consorzio per gli impianti a fune dell’Alto Sangro (Pescasseroli, Roccaraso, Pescocostanzo e Rivisondoli). è anche protagonista della vita sociale e politica dell’Alto Sangro, ponendosi come interlocutore delle istituzioni per quanto riguarda i temi del turismo estivo ed invernale del territorio.

postato il 17/10/2009

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