CRONACA

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Terremoto, arresti a Pratola e Bussi

Sette misure di custodia cautelare emesse dal tribunale di Pescara a seguito di un'indagine eseguita dalla Forestale di Umbria e Abruzzo

Documento senza titolo

Una vasta operazione dei comandi del corpo forestale di Umbria e Abruzzo è in corso in queste ore con arresti e sequestri in particolare nei Comuni di Bussi e Bugnara. Sette persone, tra cui quattro abruzzesi (tre di Bussi e uno di Pratola Peligna), sono destinatarie di altrettante misure di custodia cautelare a seguito dell’inchiesta denominata Earthquake (terremoto), inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica di Pescara. Gli arrestati sono, in Abruzzo, il pratolano Antonio D'Angelo responsabile tecnico del Comune di Bugnara, Angelo Melchiorre responsabile dell'Utr di Bussi e i due tecnici, sempre di Bussi, Emilio Di Carlo e Marino Scancella. Ai domiciliari sono finiti anche gli umbri Stefano Roscini, Giampiero Piccotti e Angelo Riccardini, mentre risultano indagati Franco Colella, Marino Giangiulio, Franco Di Carlo e Roberto Di Tommaso. Secondo gli inquirenti avevano messo in piedi un sistema finalizzato a conseguire un illecito profitto mediante l’aggiotaggio e quindi la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione degli aggregati edilizi del cratere aquilano, in maniera da acquisire indebitamente una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche per tramite della corruzione di pubblici ufficiali, allo scopo di imporre all’esterno condizioni contrattuali capestro per ditte costruttrici, tali da costringerle ad erogare rilevanti somme di denaro onde accedere al mercato degli appalti della ricostruzione, agevolati dalla totale contribuzione pubblica.
In particolare si tratta di tre appalti di aggregati nel comune di Bussi per un valore pari ad 8 milioni di euro a cui il direttore dei lavori ha richiesto la corresponsione di una tangente in denaro pari al valore del 12 % degli appalti ovvero la considerevole somma 960mila euro al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti. Il buon esito dell’istruttoria per la richiesta del contributo veniva quindi garantito dal responsabile dell’Ufficio Tecnico della Ricostruzione n.5 del cratere aquilano che in contropartita della vendita degli atti del proprio ufficio otteneva la promessa della corresponsione dei rilevanti somme di denaro (per importi pari al 5% del valore complessivo degli appalti i quali raggiungevano importi superiori ad euro 29 milioni di euro solo a voler considerare quelli già gestiti per tramite del gruppo degli associati) oltre alla corresponsione di utilità (quali lavori edili gratuiti presso un abitazione di proprietà, la disponibilità di un autovettura e l’assunzione di un familiare presso una ditta affidataria dei lavori).
A Bugnara, invece, sarebbe stato l’appalto legato alla ricostruzione della scuola elementare e materna Vittorio Clemente ad essere stato oggetto della spartizione di tangenti. Il responsabile unico del procedimento, in particolare, avrebbe incassato una tangente di 10mila euro in contanti e una promessa di ulteriori 130mila in base ai vari Sal (stato avanzamento lavori).
I reati contestati vanno dalla corruzione, all’induzione a dare o promettere utilità, dalla turbata libertà degli incanti e falso all’associazione a delinquere. Gli uomini della Forestale stanno effettuando sequestri su beni mobili e immobili per oltre 330mila euro ai sette indagati.


postato il 13/10/2016 alle ore 11:04

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