CRONACA

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A24 e A25: cantieri aperti e caos

La Cgil denuncia, a quasi un anno dal ritorno dell’infrastruttura in mano pubblica, disservizi per gli utenti e precarietà per i lavoratori

Documento senza titolo

Cantieri bloccati in rimpalli di responsabilità previsti e prevedibili; Nessun cambio di passo in investimenti; Precariato come forma prevalente di gestione dell’infrastruttura; Disimpegno degli attori pubblici rispetto agli impegni previsti in apposito Protocollo di intesa tra Anas, MIT e parti Sociali firmato oramai lo scorso 5 Agosto. La Cgil, a quasi un anno dal passaggio delle Autostrade A24 e A25 traccia un quadro a tinte fosche denunciando disagi e nessun cambio di rotta. “Rivendichiamo la necessità” intervengono Francesco Marreli e Andrea Tucceri Cimini rispettivamente Segretario Generale CGIL L’Aquila e Segretario Generale Filt-Cgil L’Aquila “che il Gestore pubblico si adoperi, nell’immediato alla risoluzione delle problematiche per le quali è stato investito, con un attenzione particolare alla salvaguardia dei livelli del servizio reso e della necessaria stabilità e consistenza occupazionale che tale obiettivo richiede”. Secondo la Cgil il ritorno in mano pubblica delle infrastrutture strategiche A24 ed A25 non ha prodotto, oramai a quasi un anno di distanza dal famigerato 7 luglio 2022, data di revoca della concessione a Strada dei Parchi, “nessun effetto concreto a favore dei cittadini utenti dell’infrastruttura delle lavoratrici e dei lavoratori come auspicabile e sperato. Rispetto ai ritardi manutentivi si aggiungono oggi difficoltà di iniziativa e incertezze normative che producono nei fatti il blocco di ogni azione di efficientamento ed investimento. Il risultato che gli utenti colgono è un lungo tratto, più di 50 chilometri, a singola carreggiata. Un grande enorme ed esteso “Tratturo magno”. Le risorse finanziare per gli investimenti che questa terra si è visto assegnare per effetto dei drammatici eventi del 6 aprile 2009 sono stati affidati a ben 2 Commissari Straordinari”. Il sindacato denuncia dispiegamento di pubbliche risorse senza miglioramenti del servizio e qualità dell'occupazione. “I criteri a cui ci auguriamo si ispiri, chi della pubblica amministrazione” aggiungono “è chiamato con responsabilità alla gestione di beni comuni, siano economicità, rapidità, efficacia, efficienza e miglior contemperamento dei vari interessi”.

postato il 6/6/2023 alle ore 13:34

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