POLITICA

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Lo sviluppo delle vacche magre

L’azione della nuova legislatura regionale, bloccata dalla carenza di fondi. Le priorità proposte da Di Bartolo per la Valle Peligna

Le condizioni finanziarie della Regione sembrano condizionare l’azione, in queste prime settimane, della nuova amministrazione D’Alfonso. La litania del “non ci sono soldi” si è infatti estesa a tutti i campi di intervento, non appena il nuovo esecutivo ha avuto modo di mettere le mani sui “conti in ordine” dell’ex giunta, che, secondo l’attuale maggioranza, tanto in ordine non sono. Camillo D’Alessandro, anzi, nell’ultimo consiglio ha parlato chiaramente di «bilanci falsi», dove i residui non sono mai stati verificati. Il disavanzo 2012 si aggira sui 450 milioni di euro e le priorità finan-ziarie sembrano dover necessariamente soccorrere a loro volta i disastrati bilanci delle “partecipate”: Saga, Arpa, Mario Negri Sud. E poi c’è la sanità: la voragine che blocca risorse e investimenti. A ciò va aggiunto che la nuova giunta sta cambiando le carte in tavola su tanti argomenti. Per la cultura, l’unico capitolo dotato di fondi (le economie sull’ex legge ’43), ha bisogno di un “documento di indirizzo” in base alla nuova legge ’55 e, conseguentemente, di una “nuova” istruttoria per una “nuova” graduatoria. Per le Dmc, ora spunta un altro documento da produrre se si vuole accedere ai 250 mila euro promessi per il loro avvio. I Comuni stanno ancora aspettando la graduatoria ufficiale per il completamento del ciclo dei rifiuti, che blocca, di fatto, il passaggio al “porta a porta” nei Comuni che non l’hanno iniziato. In tempo di vacche “anoressiche”, più che magre, occorre stabilire le priorità: un interessante documento è stato prodotto, in relazione al nostro territorio, da Daniele Di Bartolo, esponente Pd “renziano della prima ora” di Raiano e possibile candidato in pectore a succedere, per il centrosinistra, a Marco Moca. «La scorsa campagna elettorale – scrive – in Valle Peligna ha avuto un unico slogan trainante: la necessità che la nostra zona venisse rappresentata all’Emiciclo, ma senza una sostanza politica e programmatica». Di Bartolo indica tre obiettivi per cui la politica deve riappropriarsi della sua funzione di indirizzo: la ricostruzione post sisma fuori cratere, ancora in ritardo perché soffre di mancanza di fondi; la mancata rateizzazione con tempi adeguati delle imposte che le imprese non versarono nel 2010, causa terremoto, che crea problemi alle attività produttive; una politica di sviluppo che non punti solo sul turismo e soluzioni “di nicchia”, ma abbia il coraggio di accettare le sfide che vengono dal mondo dell’innovazione e delle infrastrutture. «Non possiamo essere sempre la terra dei no» conclude. Facendo attenzione a chi si dice sì.

postato il 26/7/2014

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