CRONACA

16592Sulmona

Benefici e beneficenza

Il Comune tace sul rischio estinzione della Casa Santa e non rinnova la convenzione per l’uso dell’Annunziata

SULMONA. Ha imparato in fretta il Comune di Sulmona dai suoi tanti debitori e quasi ad emularne le gesta ha lasciato scadere la convenzione ventennale con la Casa Santa dell’Annunziata. Della serie: «Tanto chi ci caccia». Come, a danno del Comune, è per gli impianti sportivi dell’Incoronata, il Centro Celestiniano, la scuola di macelleria, palestre e stadio, che nessuno sfratta nonostante i debiti non pagati e le convenzioni scadute. Figuriamoci uno, anzi due musei. Così dal 7 luglio scorso, il canone di affitto da 70 mila euro per l’occupazione dei musei, della cappella del Corpo di Cristo, dell’auditorium e dell’ufficio turistico, nel plesso dell’Annunziata, è sparito dalle voci in uscita del bilancio. Né sono servite le lettere e gli avvisi che l’ente di beneficenza aveva inviato sul finire del 2013, avvertendo dell’imminente scadenza. Solo che questa volta la Casa Santa di fare beneficenza al Comune proprio non se l’è sentita, tanto più che, quei soldi, servono in parte per mantenere la Casa di riposo di Santa Chiara e soprattutto perché al Comune del destino della Casa Santa non sembra interessare più di tanto. Il rischio che una rapida manovra regionale la faccia sparire nella riorganizzazione delle ex Ipab in Asp (aziende per i servizi alla persona), non ha infatti scalfito più di tanto l’amministrazione comunale che (sotto altra direzione) tre anni fa era andata fino all’Aquila per rivendicare (riuscendo a far modificare la legge) l’autonomia di un ente tra i più ricchi della regione. Né sembra preoccupare la politica lo spoil system della giunta D’Alfonso che a capo dell’organo commissariale delle Asp ha tolto rappresentanti di Sulmona, per far posto a membri di Atri e Città Sant’Angelo. Nell’indifferenza per l’attacco ad un patrimonio inestimabile della città, così, il legale ed ex presidente della Casa Santa, Luigi Di Massa, ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe inviando qualche settimane fa un sollecito al Comune e ricordandogli la sua condizione di «abusivo». Le risposte, però, non sono arrivate neanche in questo caso. «Tanto chi ci caccia». E se proprio dovesse essere, basterà spostare l’ufficio turistico, mollare nel guado i fruitori dell’auditorium, della cappella del Corpo di Cristo e persino dei musei. Che tanto stanno più chiusi che aperti.

postato il 4/10/2014

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