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Il punto di Pat.Iavarone n36
è un elenco di 122 punti: 33 pagine nelle
quali, nero su bianco, la minoranza di palazzo
San Francesco mette davanti allo specchio
la legislatura fallimentare dell’amministrazione
guidata da Fabio Federico. Non
generiche invettive, ma, punto per punto,
gli elementi caratterizzanti del programma
di mandato con cui il centrodestra vinse
le elezioni nel 2008 e che, a scorrere oggi,
apparirebbero persino divertenti, se non si
trattasse di un libro dei sogni che ha trasformato
nel frattempo la città in un incubo. La
sfiducia è così pronta e per Federico, tempo
trenta giorni, si aprirà, se confermerà di non
avere i numeri a sorreggerlo come è stato
finora, la strada di casa. Riconsegnare le
chiavi del palazzo al commissario, in fondo,
sarebbe un modo dignitoso, anche se non
sufficiente, per chiedere scusa ai suoi elettori
e alla città. Perché a leggere quel programma
di mandato e l’elenco dei “non fatto”,
marchiati dall’opposizione, c’è da rimanere
basiti: un aiuto alla memoria che mostra tutti
i fallimenti di un progetto politico e amministrativo.
L’Urp, il sito internet («uno dei peggiori
d’Italia con un solo parametro positivo
su 42»), i ritardi della raccolta differenziata
(che doveva essere estesa a tutta la città già
dal 2009), le stazioni ecologiche e il rinnovo
del parco macchine dei bus urbani, la società
multi servizi, il parco fluviale, il Prg, l’illuminazione
pubblica e l’arredo urbano, i piani di
recupero, i fondi europei, il contratto d’area,
gli impianti sportivi e ricreativi, il teatro (con
un direttore nazionale e balletti dalla Scala),
il cinema Balilla, il mattatoio, il sostegno alle
imprese gradi e piccole, l’università da potenziare
con nuovi corsi, il distretto dell’energia
rinnovabile, gli aiuti al settore agrario, ai
prodotti tipici e persino il mercato delle erbe:
ce ne è per tutti i gusti e per tutti i settori
nell’elenco dei fallimenti certificati, nel programma
disatteso. Con un curriculum così e
lo stallo politico che si è determinato dalla
scorsa estate, nei pochi mesi che mancano
alla fine del mandato, ritiene l’opposizione,
l’attuale amministrazione non può che «generare
gravi danni all’ente e alla città». Federico
deve andare a casa, subito. Lo chiede
l’opposizione, lo dimostrano i “non fatti”, lo
deve sancire, vista la riluttanza del sindaco
ad abbandonare la poltrona e a dimettersi,
il consiglio comunale. Se avrà i numeri per
staccare la spina.
postato il 27/10/2012