CHI VA

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Il capo Giostra




«Credere nel potenziale del proprio patrimonio culturale quale fattore primario di sviluppo di una città in difficoltà socio-economica come Sulmona». Lo diceva Nicola Angelucci all’indomani dell’assegnazione della delega con cui il sindaco gli chiedeva di individuare il percorso più idoneo per la valorizzazione dell’evento culturale cittadino di maggior richiamo della città: la Giostra Cavalleresca. Arrivando fino a dire che l’intervento del Comune, vista la situazione di alta criticità in cui versava l’associazione, era opportuno e necessario. Angelucci riteneva indispensabile un modello organizzativo in grado di massimizzare il valore economico di una manifestazione unica. «La Giostra deve essere al centro di un sistema – diceva – Deve, come una vera e propria industria riuscire a creare strategie all’interno della città. Ogni Borgo o Sestiere deve legarsi con la porzione di territorio di riferimento e con questo studiare ed avviare un programma attraverso il quale incentivarne lo sviluppo economico». Invocava strategie di pianificazione e Fondazioni, che permettessero non solo la sopravvivenza della manifestazione ma, anche, e soprattutto, l’attivazione di tutta una serie di risorse, come l’artigianato artistico, il restauro, la ricerca, le scuole, in grado di creare nuove fonti di cultura, che possano contrastare i tagli a questo settore. Era il marzo del 2011. Sono passati due anni e la situazione è addirittura peggiorata. Con i soci della Giostra, oggi, chiamati ad esporsi personalmente per tenere in vita la manifestazione. Tante e belle parole, ma di fatti pochi per non dire nulla. Nei giorni scorsi, giorni di grande difficoltà per la manifestazione rimasta senza direttivo e con un futuro incerto, Angelucci è tornato sull’argomento Giostra con una lettera aperta, molto diversa dai toni della prima in cui certifica il fallimento della sua missione. Una lettera in cui emerge la rassegnazione e il ricordo del tempo che fu. Angelucci, si limita a una escursione storica e ai ringraziamenti, prima di mandare i titoli di coda. Da lui ci aspettavamo ben altro. Pensavamo che Sulmona e il comprensorio peligno avessero trovato un politico di grande spessore, in grado di portare la città di Ovidio fuori dalle secche di una crisi senza fine. Forse ci eravamo sbagliati. E se c’era bisogno di una conferma è arrivata nella vicenda delle dimissioni del sindaco quando, scaduto il termine, Angelucci è intervenuto invitando Fabio Federico a rispettare la città e i cittadini, e a mantenere l’impegno preso in consiglio comunale di farsi da parte. Come nel caso della Giostra, all’annuncio non è seguita nessuna azione. Anzi, Angelucci si è superato allineandosi, chino, alla volontà del primo cittadino. grizzly

postato il 2/3/2013

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