CRONACA

Zac7 - Il giornale del Centro Abruzzo

25213Sulmona

L’Abruzzo regione da scoprire

Una giornata da turista e con i turisti per comprendere come è percepito il territorio. Entusiasmo tra i veneti e intanto #DestinazioneAbruzzo il nuovo format della Regione per la promozione turistica è ai blocchi di partenza

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Di Chiara Buccini

“Una regione dolce, che sorprende e stupisce”. E’ questo il commento che resta dopo una inconsueta giornata. Oggi noi di Zac abbiamo voluto fare i turisti. O meglio capire come un turista, in questo caso del “profondo nord”, percepisce e vive l’Abruzzo. Armati di scarpe comode, zainetto e macchina fotografica abbiamo accettato l’invito dell’associazione NaTourArte-Guide Turistiche d’Abruzzo e siamo partiti alla volta di Silvi Marina per unirci a un gruppo di Cittadella, in provincia di Padova, che sta trascorrendo un periodo di ferie in Abruzzo tra mare e escursioni. Oggi è la volta della visita guidata ad Atri e ai caratteristici calanchi. Fabio, la nostra guida, ci aspetta impaziente in hotel. Al nostro arrivo il gruppo ci guarda con curiosità. “È un’altra guida turistica? È qui per uno stage?” domandano i turisti con simpatia. L’età degli stage l’ho superata da un po’, penso sorridendo, e fare la guida turistica mi sarebbe piaciuto ma poi mi sono concentrata su altro...Fabio risponde con prontezza. “Siamo in compagnia di una giornalista che documenterà la nostra giornata”.
Il gruppo ora ci guarda con interesse. Comincia il tour. Saliamo in pullman e sembra di essere tornati indietro nel tempo, ai tempi delle gite scolastiche. Il gruppo è simpatico e colto. Si chiacchiera. Ci raccontano di hobby e passioni. E di tanto tempo trascorso al servizio di altri. “Faccio il volontariato in Croce Verde da 56 anni, sono entrato che ero un ragazzo e, per lavorare di giorno, mi facevo mettere i turni di notte in ambulanza”. Popolo di lavoratori i Veneti. E anche altruisti. Arrivati ad Atri colpisce l’aspetto altero e signorile della cittadina. Purtroppo la storica cattedrale non è visitabile per i lavori di consolidamento post sisma, ma Atri ci offre anche altri angoli incantevoli. Il Palazzo comunale, la chiesa di San Nicola con un affresco di Andrea Delitio e poi il belvedere. Mozzafiato. Un paesaggio di mare, colline, calanchi che si fonde fino al Gran Sasso, ai monti della Laga e Ascoli Piceno. “L’Abruzzo è una regione dolce, che sorprende e stupisce” ci dice Adriana il capogruppo “veramente non ci aspettavamo tanta bellezza. Forse il segreto sta proprio nel fatto che non è una regione troppo conosciuta e conserva una bellezza intatta”. Nei giorni scorsi il gruppo di veneti ha già visitato Sulmona, l’abbazia di San Clemente a Casauria e Manoppello con il Volto Santo. “Delle vere perle, stiamo già pensando a quando organizzare una nuova vacanza in Abruzzo...”
La visita guidata termina con una dolce sorpresa: la degustazione dei prodotti tipici di Atri: il Pan Ducale e la liquirizia. Il gruppo rientra in hotel, domani li aspetta un’altra escursione. Ci salutiamo felici di aver condiviso un pomeriggio d’estate. Un pomeriggio che ha arricchito tutti i partecipanti.
L’Abruzzo ha molteplici potenzialità, serve saperle valorizzare e promuovere. Giovedì la Regione presenterà #DestinazioneAbruzzo un nuovo modello di turismo che guarda verso l’internazionalità. L’auspicio è che non sia un’altra occasione persa. Perché da turismo, cultura, tradizioni e prodotti tipici l’Abruzzo davvero potrebbe ricavarne fonte di reddito e opportunità di lavoro per giovani e meno giovani.

Tra storia e curiosità

PAN DUCALE. Il dolce è strettamente legato agli Acquaviva (o, dal 1476, Acquaviva d'Aragona, per essersi imparentati con i re di Napoli), che regnarono sullo stato di Atri (con capitale appunto Atri) dal 1395 al 1760. Il dolce era preparato dagli atriani fin dal 1352 e con l'arrivo degli Acquaviva nel 1395 lo fecero assaggiare al duca che lo apprezzò così tanto che lo volle ogni giorno sulla sua tavola e fino al 1760 il dolce era esportato in tutta Italia. Cambiò anche nome: da "pizza di mandorle" a "pan ducale". Con l'estinzione della nobile casata da Atri e, quindi, la scomparsa dello Stato di Atri, la produzione del dolce continuò ad opera degli atriani.
LIQUIRIZIA. Un prodotto tipico di Atri, dove, fin dal medioevo,
i frati Domenicani estraevano il succo dalle radici delle piante che nascevano spontanee in zona. Nel 1836 iniziò la lavorazione industriale di questa preziosa pianta e dei suoi derivati. Da allora la produzione non si è più fermata e oltre alla tradizionale liquirizia è possibile gustare liquori alla liquirizia, pastiglie e caramelle.


postato il 20/6/2018 alle ore 0:51

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