CRONACA

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Il carcere di Sulmona diventa un libro

“La speranza oltre le sbarre” racconta la storia e le storie di detenuti nel penitenziario peligno che sono stati i protagonisti delle stragi che hanno cambiato la storia d’Italia. Ecco tutti i dati del mondo carcerario

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Il carcere di Sulmona al centro di un interessante libro che rappresenta una occasione per raccontare le storie dei detenuti. Per raccontare un percorso di espiazione e perdono. Per raccontare la speranza. “La speranza oltre le sbarre-Viaggio in un carcere di massima sicurezza” è il libro scritto da Angela Trentini, giornalista Rai, e Maurizio Gronchi, presbitero della diocesi di Pisa e professore ordinario di cristologia alla Pontificia Università Urbaniana in Roma, che nasce da una inchiesta nel super carcere peligno. Dopo essere stato presentato in mezza Italia, dalla Sicilia a Roma, questa mattina il libro è stato al centro di un incontro organizzato dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo nella sala conferenze del Castello Orsini di Avezzano. Quanto è necessario perdonare per i familiari delle vittime? Quale è il percorso è l’espiazione dei carnefici?
La Trenitini ha raccolto le storie di vita e non vita di detenuti condannati per le stragi che hanno cambiato la storia dell’Italia. Fra di loro i due killer di Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso a 38 anni dalla mafia, Gaetano Puzzangaro e Domenico Pace. Quest’ultimo, con una lettera indirizzata a Papa Francesco, ha chiesto di poter testimoniare nel processo di beatificazione di Livatino. E poi c’è la storia di Domenico Ganci, figlio del boss Raffaele, fedelissimo di Totò Riina e corresponsabile degli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. E poi prendono la parola i familiari delle vittime. Significativa la lettera ai giornalisti abruzzesi scritta da Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, e letta dal presidente dell’Ordine Stefano Pallotta. “E’ necessario un cambiamento nel raccontare i fatti” scrive “guardare tutto con un barlume di umanità “.
Ma quale è la situazione delle carceri in Italia e in Abruzzo?
A spiegare la situazione è stato Francescopaolo Saraceni dirigente di medicina penitenziaria della Asl 2 Chieti-Lanciano-Vasto. Saraceni non esita a parlare di “mal di carcere”. In Italia i detenuti sono 58.569 di cui le donne 2.499 e gli stranieri circa 20 mila. Gli internati sono 314 di cui 127 solo a Vasto sedi cui esiste l’unica casa lavoro in Italia.
In Abruzzo i detenuti sono 1885, di cui 633 solo nella Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Alcune particolarità: nel carcere di Chieti esiste una sezione “sexy offender” dove sono cioè detenute persone per reati a sfondo sessuale, sono 43 i detenuti tra cui un 88enne. A Lanciano, invece, esiste il “Circuito Z” ovvero dove sono detenuti i familiari dei collaboratori di giustizia che hanno commesso reati. La criticità del “pianeta carcere” è il sovraffollamento che in Italia sfiora il 116% contro il 99% in Europa.


postato il 15/6/2018 alle ore 22:41

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