Un romanzo importante che riguarda tutti noi perché riguarda la vita che vive al di fuori del romanzo. “Il buio oltre la siepe” (il cui titolo originale è To Kill a Mockingbird, “Uccidere un usignolo”) di Harper Lee è una storia sul razzismo e che apre importa spunti di riflessione e dibattito.
Perché proviamo diffidenza per quello che ci appare “diverso”? Perché crescendo tendiamo ad assorbire i pregiudizi dell’ambiente in cui viviamo? Come si può superare la paura verso ciò che ci appare nuovo o lontano, e l’odio che spesso l’accompagna?
Il romanzo si svolge in Alabama dove l’avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un ragazzo di colore accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l’innocenza, ma l’uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l’episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un modo di narrare eventi più grandi di lei in modo lieve e veloce, ironico e pietoso. Scout, in un certo senso, porta nel romanzo il mondo dell’infanzia che è un po’ di tutti noi, con i suoi miti e le sue scoperte.
Chiara Buccini
Nelle Harper Lee (Monroeville, 28 aprile 1926 – Monroeville, 19 febbraio 2016 è stata una scrittrice americana. Era la più giovane di quattro figli. Suo padre, Amasa Coleman Lee, era avvocato, membro della Corte legislativa Statale dell'Alabama e proprietario di parte del giornale locale. La madre, Frances Finch Lee era ammalata e raramente usciva di casa: morì nel 1951. Uno dei suoi più cari amici di infanzia fu Truman Capote (allora conosciuto come Truman Persons). I due amici erano molto diversi, ma entrambi avevano una vita familiare difficile. Truman viveva con i parenti di sua madre in città, pressoché abbandonato dai suoi genitori.
postato il 24/4/2020 alle ore 12:44