POLITICA

Zac7 - Il giornale del Centro Abruzzo

20138Sulmona

Ballottaggio, nella bolgia del "confronto"

Tifo da stadio e parole pesanti per il confronto organizzato da Il Centro. Una città "brutta" che mostra tutta la sua litigiosità

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La giornata era iniziata con un duello mancato, quello programmato a Telesirio e al quale la candidata Annamaria Casini non si è presentata. “Mi avevano detto che era stato annullato” ha spiegato, mentre per Di Masci la sua assenza era stata preordinata. Ma il regolamento di conti è stato solo rimandato, perché alle 18,00 entrambi i candidati si sono ritrovati dietro alla scrivania della Comunità montana nel confronto organizzato da Il Centro. A dirigere il dibattito il direttore Mauro Tedeschini che, tutto si aspettava, meno che di trovarsi al centro di una fossa dei leoni.
Perché lo spettacolo non è stato proprio edificante e non tanto e non solo per le reciproche beccate dei due candidati a sindaco, quanto per l’atmosfera da stadio dei supporter che ciascuna delle coalizioni aveva organizzato. Con tanto di grida, fischi, applausi e confronti viso a viso. Insomma di pubblico disinteressato, o almeno neutrale, nell’affollata sala conferenze di via Angeloni, ce n’era ben poco. Tant’è che il direttore Tedeschini si è dovuto subire anche le accuse di aver pilotato a favore di uno dei due la serata.
Si è partito subito con toni accesi, con Di Masci che si è alzato minacciando di andarsene perché la Casini stava facendo una conferenza stampa. Poi con calma Tedeschini, supportato da Domenico Ranieri, ha cercato di rimettere nel binario la discussione.
Si è saputo così che la Casini ha speso 15mila euro per la campagna elettorale e Di Masci 7mila (così hanno detto, anche se a giudicare dalla profusione di manifesti, vele e spot, qualche dubbio viene), che sul patrimonio entrambi puntano all’intervento dei privati e che gli immigrati li accolgono con favore “ma non ella caserma Cesare Battisti” ha specificato Di Masci.
Quindi l’importanza condivisa del carcere e gli impegni sul turismo. Nei fatti poche differenze tra l’uno e l’altra, tanto che viene da chiedersi il perché di tanto livore. Con un finale “alla Biscardi”: “Mi fai pena, sei ridicola”, “Stia zitto, noi siamo il futuro”. E tutt’intorno la gente inferocita.
Una città allo specchio, forse: ma davvero brutta.


postato il 15/6/2016 alle ore 21:29

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