di Chiara Buccini
A poco più di un mese dal sorprendente risultato elettorale raggiunto dalla coalizione di centro destra con l’elezione di Marco Marsilio, abbiamo intervistato il neo presidente della giunta regionale. I tagli alla sanità, le alleanze politiche e la crisi occupazionale tra i temi più caldi che la Regione dovrà affrontare in tempi rapidi, in particolare su determinate aree cosiddette svantaggiate. La linea tracciata da Marsilio appare quella di invertire la rotta in Abruzzo, eliminando il divario tra aree interne e costa sia sul fronte dei servizi erogati sia su quello delle opportunità di lavoro offerte.
Presidente Marsilio in campagna elettorale la sua presenza a Sulmona e in Valle Peligna è stata costante e partecipata: quali i suoi progetti per lo sviluppo turistico delle aree interne della Regione?
La mia presenza in campagna elettorale è stata costante in Valle Peligna come nel resto dell’Abruzzo. Bisogna superare il divario tra costa e aree interne e il mio impegno è di guardare all’Abruzzo intero. Lo sviluppo delle aree interne deve coinvolgere due duplici aspetti: oltre che a un turismo tradizionale che fa leva su un ambiente, soprattutto montano, unico con stazioni sciistiche di primaria importanza è fondamentale potenziare un turismo culturale finalizzato a sfruttare le potenzialità enormi delle bellezze artistiche e architettoniche ma anche le manifestazioni storiche del centro Abruzzo e di Sulmona in particolare, come la Giostra cavalleresca e le tradizionali processioni della Settimana Santa. Manifestazioni uniche nel loro genere che con una opportuna promozione possono rendere più attrattivi i nostri territori ed essere “il carburante” di un nuovo sviluppo turistico locale.
Sanità nota dolente: come intende intervenire la Regione per scongiurare la chiusura del Punto Nascita di Sulmona e i licenziamenti (14 unità) nella clinica San Raffaele di Sulmona che potrebbero scaturire a causa di un mancato adeguamento del budget per la riabilitazione spinale?
Il presidio ospedaliero di Sulmona serve un’area vasta caratterizzata da una particolare e articolata orografia che comporta difficoltà in termini di percorrenza delle strade e di tempi di spostamenti, soprattutto nel periodo invernale. Per questi motivi la presenza del punto nascita a Sulmona si è rivelata di importanza vitale in tutti quei casi di parto in situazioni di emergenza, quando il fattore tempo diventa fondamentale per la salvaguardia della vita della madre e del nascituro. Tra l’altro, come dicevo, l’area geografica servita è abbastanza ampia e con investimenti mirati sulla struttura credo che sia possibile anche incrementare il numero di parti, in considerazione anche del fatto che oggi molte mamme di quel territorio decidono di far nascere i propri bimbi in altre strutture complice la continua incertezza sul mantenimento del presidio. Sarà comunque necessario, per trovare una soluzione definitiva al problema, che il Governo nazionale e il Ministero della Salute diano un contributo sostanziale alla risoluzione di questa situazione accordando una deroga alla chiusura, che al punto nascita di Sulmona, a mio parere, spetta di diritto.
Quanto alla Casa di cura San Raffaele di Sulmona siamo stati investiti della questione non appena ci siamo insediati come giunta regionale. Il San Raffaele è una struttura di eccellenza, soprattutto per quanto riguarda l’unità di riabilitazione spinale, che va assolutamente preservata. Stiamo valutando d’intesa con l’assessore alla Sanità e con gli uffici quali soluzioni possano essere avviate per la salvaguardia delle prestazioni di alta complessità.
La Valle Peligna è da anni al centro di una articolata crisi occupazionale la Regione come intende favorire nuove opportunità di lavoro per giovani e professionisti?
Purtroppo la globalizzazione e la delocalizzazione delle produzioni verso paesi con costi del lavoro più bassi ha comportato un progressivo depauperamento del tessuto industriale in Valle Peligna. L’impegno dell’amministrazione regionale sarà quello di favorire nuove opportunità di lavoro non solo supportando quegli insediamenti produttivi già esistenti ma anche stimolando nuove iniziative soprattutto in settori, agricoltura e artigianato, con produzioni di nicchia tipiche di quell’area.
La sua elezione rappresenta un ritorno alle origini e ai luoghi dell’anima dopo un percorso politico nella Capitale, cosa rappresenta per lei guidare la Regione Abruzzo in questo particolare momento?
Un impegno importante verso cui i cittadini abruzzesi attendono risposte concrete e competenti dopo anni di incertezza. Gli abruzzesi si aspettano un cambio di passo necessario alla base del consistente successo elettorale ottenuto. Dobbiamo sentire addosso tutto il peso della responsabilità, in quanto rappresentanti di un'intera collettività regionale e come ho detto durante il primo consiglio regionale dobbiamo diventare “sindacalisti” di tutto l'Abruzzo. Ho chiesto ad assessori e consiglieri grande attenzione, umiltà e ascolto sul territorio, nei confronti di sindaci, associazioni, amministratori, presidenti delle Province e di tutto il reticolo di rappresentanze di cui è composta la nostra regione. Tutte le province abruzzesi devono essere ben rappresentate in questa squadra di governo.
Che opposizione si aspetta dal M5S, attualmente al governo con la Lega uno dei suoi alleati più forti, e dalla sinistra di Giovanni Legnini?
Il richiamo a unità di intenti verso i problemi di tutti gli abruzzesi, anche questa fatta nel corso della prima seduta di consiglio regionale mi sembra sia la risposta più attinente a questa domanda. La larga maggioranza che ha eletto Lorenzo Sospiri presidente del Consiglio ha rappresentato un clima di fiducia. Fa piacere anche l'invito alle buone intenzioni che viene dall'opposizione, nel prosieguo dei lavori vedremo le carte del loro impegno. Noi saremo aperti al dialogo e a un confronto costruttivo con tutte le forze politiche che vogliono contribuire con noi a risolvere i problemi e migliorare la qualità della vita di tutti gli abruzzesi.
postato il 18/3/2019 alle ore 12:26