CRONACA

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Covid19 al San Raffaele: 24 nuovi casi

Sale la preoccupazione in città e all’interno della struttura, la clinica istituisce percorsi separati. Sull’informazione dell’emergenza interviene il Garante per la Protezione dei dati personali: “Basta alla pubblicazione di dati specifici e sensibili dei contagiati”

Documento senza titolo

di Chiara Buccini

Impennata di casi positivi al Covid19 nella clinica San Raffaele di Sulmona. Con l’avvio dei tamponi a personale e degenti è avvenuto ciò che si temeva: la scoperta di un numero considerevole di casi. Questa mattina sono arrivate altre risposte: altri 24 contagiati tra pazienti e personale sanitario (3 operatori). La struttura sanitaria di sta ulteriormente organizzando con perso FdI separati con percorsi separati e personale dedicato ai positivi Covid19. I pazienti risultati positivi al Covid19 potrebbero essere trasferiti altrove, oppure la clinica stessa potrebbero essere trasformata in struttura Covid.
Intanto stamattina, sui metodi di informazione nell’emergenza, e’ intervenuto Il Garante per la protezione dei dati personali segnalando che sta ricevendo, in questo periodo, segnalazioni e reclami con i quali viene lamentata, da parte de famigliari, la diffusione sui social e sugli organi di stampa, anche on line, di dati personali eccessivi ( nome, cognome, indirizzo di casa, dettagli clinici) riguardanti persone risultate positive al Covid 19. In una nota il Garante ha voluto ricordare che: " Anche in un situazione di emergenza quale quella attuale, in cui l'informazione mostra tutte le sue caratteristiche di servizio indispensabile per la collettività, non possono essere disattese alcune garanzie a tutela della riservatezza e della dignità delle persone colpite da malattia contenute nella normativa vigente e nelle Regole deontologiche relative all'attività giornalistica". Conseguentemente ha ritenuto "doveroso richiamare l'attenziome di tutti gli operatori dell'informazione al rispetto del requisito dell'essenzialità delle notizie che vengono fornite, astendosi dal riportare i dati personali dei malati che non rivestono ruoli pubblici, per questi ultimi nella misura in cui la conoscenza della positività assuma rilievo in ragione del ruolo svolto".
La nostra testata, dall’inizio dell’emergenza, in controtendenza rispetto ad altri ha tenuto sempre un atteggiamento misurato, senza ingenerare ansia, senza fornire particolari dettagliati e spasmodici sull’andamento della situazione, a danno dei contagiati. Dietro numeri e tamponi ci sono le persone con le loro storie.. Spesso sono gli stessi operatori sanitari ad essere contagiati mentre cercano di salvare le vite dei pazienti.
A noi interessa informare, non servono visualizzazioni in più o avviare una pericolosa “caccia all’untore”, a noi interessano i lettori che ogni giorni ci scelgono premiando la nostra linea editoriale.


postato il 3/4/2020 alle ore 13:44

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