CRONACA

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Operazione sicurezza: centro storico senza auto e blindato

Tutto pronto per la processione del Cristo Morto. Simbologia e riti del Venerdì Santo

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Scattate le ordinanze di chiusura e il piano di evacuazione del centro storico in vista dei riti religiosi di Pasqua. Stasera è in programma la processione del Venerdì Santo a cura dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità. Il Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù, rappresenta un momento importante per o cristiani Oggi, 19 aprile che ricordano la Passione, Crocifissione e Morte di Gesù. Come nel Mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 14 anni in su sono invitati all’astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), mentre quelli dai 18 ai 60 anni sono invitati ad osservare il digiuno ecclesiastico, consumando un solo pasto, o il pranzo o la cena, durante la giornata. Il digiuno è praticato in segno di penitenza per i peccati di tutti gli uomini che Gesù è venuto a espiare nella Passione e assume il significato mistico di Attesa dello Sposo (lo Sposo della Chiesa cioè Cristo). Non si celebra l’Eucaristia (durante la celebrazione liturgica pomeridiana del Venerdì Santo di distribuisce l’Eucaristia consacrata il giorno precedente, nella Messa vespertina in Coena Domini del Giovedì Santo).
Tra le caratteristiche della processione del venerdì santo di Sulmona Il passo lento e dondolante dei trinitari, lo “struscio”. Lo struscio – che dà una tipica e suggestiva cadenza a tutta la processione – è gesto penitenziale che trarrebbe origine, secondo la tesi più accreditata, da un antico gesto di contrizione e di implorazione che secondo l’antica tradizione devozionale popolare si compiva entrando in una chiesa o in un santuario strisciando a terra, ritti sulle ginocchia. Residuo di quell’atto penitenziale sarebbe proprio lo struscio dei trinitari. Oltre alle statue del Cristo Morto e dell’Addolorata è portato in processione anche Il “Tronco”, ovvero una grande Croce vacua in sughero foderata di velluto cremisi, adornato di tralci d’argento ed un cartiglio alla sommità con la scritta “I.N.R.I.”, l’acronimo posto sulla sommità della Croce a motivare la condanna di Gesù Cristo. Il “Tronco” rappresenta dunque l’Albero della Vita, il patibolo sul quale viene immolato il Figlio di Dio, che da strumento di morte diventa strumento di salvezza per l’umanità redenta dal sacrificio di Cristo. I tralci d’argento rappresentano i frutti della salvezza ed il legame di vita vera tra gli uomini e Dio. I documenti custoditi nell’archivio dell’Arciconfraternita attestano che il “Tronco” venne costruito da un orafo sulmonese, tale Nicola Gizzi, nell’anno 1752. La data di fabbricazione del pregiato simbolo della processione dei trinitari è incisa, assieme al nome dell’autore, nel retro del cartiglio. Una piccola Croce di Benemerenza è fissata poco al di sotto del cartiglio. È l’onorificenza che i trinitari ricevettero nel 1925 dal Pontefice Pio XI, in occasione della celebrazione dell’Anno Santo. I documenti custoditi nell’archivio dell’Arciconfraternita attestano che il “Tronco” venne costruito da un orafo sulmonese, tale Nicola Gizzi, nell’anno 1752. La data di fabbricazione del pregiato simbolo della processione dei trinitari è incisa, assieme al nome dell’autore, nel retro del cartiglio. Una piccola Croce di Benemerenza è fissata poco al di sotto del cartiglio. È l’onorificenza che i trinitari ricevettero nel 1925 dal Pontefice Pio XI, in occasione della celebrazione dell’Anno Santo.


postato il 19/4/2019 alle ore 17:04

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