CRONACA

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Movida violenta: una rissa e una Smart distrutta

I responsabili degli episidi si sono dileguati così come un ferito. Episodi collegati tra loro? Gli inquirenti indagano. Il sindaco firma una convenzione per potenziare la video sorveglianza

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Prima una rissa davanti all’Annunziata, poi una tentata aggressione finita con una automobile distrutta a colpi di mazze da baseball. Due episodi che non sembrerebbero collegati tra loro su cui indagano i Carabinieri e la Polizia e su cui non manca del mistero.
Questi i fatti. Poco dopo l’una di questa notte un giovane è stato preso a pugni al volto vicino all’Annunziata. Il giovane, che non sarebbe di Sulmona, però, non si è fatto refertare dal personale sanitario arrivato sul posto. Sul posto anche due volanti della Polizia. Il tutto era cominciato poco prima con una lite tra due giovani fuori da un locale, qualche spinta, qualche pugno. Poi davanti all’Annunziata, appunto, uno ha avuto la peggio.
Poco dopo in piazza Garibaldi, una Smart è stata fermata da tre persone, il guidatore è fuggito abbandonando l’automobile che i tre hanno distrutto con le mazze da baseball. Un episodio che sembrerebbe un agguato.
Il centro storico, ieri sera, era pieno di persone per il festival del Saltarello. Anche famiglie con bambini. Al di là della retorica delle notti violente e della movida c’è da porsi delle domande. In città ci sono persone che girano indisturbate in piazza Garibaldi con mazze da baseball in mano, fermano auto (certo non a caso), e poi danno sfogo alla violenza. E non siamo in una periferia metropolitana degradata. Siamo nel centro storico di una città di provincia che soltanto qualche anno fa si definiva “isola felice”.
Nei giorni scorsi in prefettura a L’Aquila il sindaco Annamaria Casini ha firmato ilm Patto per l’attuazione della sicurezza urbana ex art 5 dl 14/17. Verrà presentata la candidatura per il finanziamento di un progetto di ampliamento e potenziamento del sistema di videosorveglianza della città di Sulmona. Contro atti vandalici e violenze private. Ma forse il problema è sociale e non va affrontato solo e soltanto con l’installazione di telecamere che, poi, spesso, non sono attive oppure forniscono immagini inutilizzabili dalle forze dell’Ordine per scarsa qualità.


postato il 17/6/2018 alle ore 9:22

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