CRONACA

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La statua del "gran rifiuto"

La statua di Papa Ratzinger all'ingresso di Sulmona suscita polemiche. L'Uaar chiede l'accesso agli atti: "Non si possono erigere statue di persone in vita"

Documento senza titolo

E’ un dono (dal valore di 25mila euro) della città di Burghausen che, il prossimo 2 ottobre, vuole così festeggiare il decennale del gemellaggio con Sulmona: una statua in bronzo di Papa Benedetto XVI pronta per essere piazzata alle spalle dell’abside di San Panfilo. Una testimonianza del passaggio del Papa tedesco (originario proprio di quella zona della Germania gemella) in quel di Sulmona: visto il flop del 2010, almeno, qualcuno se ne ricorderà, avranno pensato il comitato promotore e la ex amministrazione comunale che aveva sposato l’operazione tanto da far firmare al suo presidente del consiglio, Franco Casciani, il progetto.
Un’idea del vescovo Angelo Spina che Ratzinger lo ha già immortalato in sua compagnia su un affresco della cattedrale, di cui però pochi sapevano l’esistenza; né aiuta alla comprensione la delibera di riferimento (la 87 del 2016, recita il cartello di inizio lavori) fatta dalla giunta di cui sul sito del Comune non si ha traccia.
Quanto basta perché l’Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti) chiedesse oggi un accesso agli atti, perché al di là del gusto e dell’opportunità del monumento a Ratzinger, c’è una legge che vieta di intitolare strade ed erigere monumenti a persone che non siano morte da almeno dieci anni.
“Nessun monumento, lapide od altro ricordo permanente può essere dedicato in luogo pubblico od aperto al pubblico, a persone che non siano decedute da almeno dieci anni. Rispetto al luogo deve sentirsi il parere della regia commissione provinciale per la conservazione dei monumenti” recita una legge del 1927. Nel frattempo alla regia commissione si è sostituito il prefetto che, però, dicono dal Comune, interpellato questa mattina, sembra abbia declinato la competenza.
E’ anche vero che “Tali disposizioni non si applicano ai monumenti, lapidi o ricordi situati nei cimiteri, né a quelli dedicati nelle chiese a dignitari ecclesiastici od a benefattori”, ma non è chiaro se quel pezzo di giardino all’ingresso di Sulmona possa essere considerato come parte della chiesa.
“Ci chiediamo se il prefetto abbia dato il suo parere positivo. Ci chiediamo perché sul sito del comune non ci sia comunicazione della delibera di giunta indicata sul cartello del cantiere. Ci chiediamo perché questa scelta non sia stata condivisa con l’intera cittadinanza, ma sia rimasta segreta fino ad oggi – incalza la responsabile provinciale dell’Uaar, Liana Moca -. Ci chiediamo se i pareri paesaggistico e storico-artistico da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Abruzzo, oltre che naturalmente dal competente Ufficio Tecnico Comunale siano pervenuti con le tempistiche corrette. La scelta di apporre questo monumento all’entrata della nostra città è una totale mancanza di rispetto del principio di laicità riportato nella nostra Costituzione. Una città intera non può essere rappresentata dalla sola religione cattolica. Chiediamo quindi alla sua amministrazione di rispondere alla nostra lettera pubblicamente, perché ci sembra corretto che i cittadini conoscano le motivazioni di scelte che li coinvolgono direttamente. In ogni caso anche il nostro ufficio legale sta valutando il da farsi”.
La questione resta aperta, come le braccia di Benedetto XVI riprodotte dalla statua, in attesa di una inaugurazione che a questo punto è a rischio.
Di rifiuti e di “Papi del rifiuto”, in fondo, Sulmona ne è piena.


postato il 19/9/2016 alle ore 14:51

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