CRONACA

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Se i doppi turni fanno più paura del terremoto. Le mamme ci ripensano

Oggi incontro al teatro di Pratola dove si regsitra la fuga degli iscritti. A Sulmona nasce un comitato mamme contro la scuola pomeridiana

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I doppi turni fanno più paura del terremoto, almeno per alcune famiglie. C’è chi a Pratola, quasi una cinquantina di studenti, dove il sindaco ha già deciso per la scuola pomeridiana delle elementari e delle medie, ha già trasferito i ragazzi in altre scuole: Raiano, Popoli, addirittura Sulmona, dove certo la situazione non è più facile. Oggi, anzi, le mamme si sono incontrate al teatro comunale proprio per discutere di questa soluzione che arrecherebbe disagi alla gestione familiare, ma anche al rendimento dei ragazzi.
A Sulmona, poi, è nato un vero e proprio comitato (“Ragioniamo sulla sicurezza delle scuole”), diverso da quello delle mamme “in quelle scuole mai”, che, al contrario, auspica soluzioni diverse, qualunque esse siano, pur di non mandare i figli a scuola nel pomeriggio. Anche a costo di rimandarli lì dove erano fino allo scorso anno, comprese le dieci scuole sotto la soglia dello 0,4 di vulnerabilità sismica.
“La nostra priorità, attestato che nel nostro territorio non sussistono le condizioni di uno stato di emergenza, è quella di contemperare le esigenze di sicurezza, il diritto all’istruzione e la serenità dei bambini, fornendo pertanto una proposta agli organi competenti, in base alla quale si accettano tutte le soluzioni possibili relative alla allocazione di edifici idonei, purché l’orario scolastico si svolga in orari antimeridiani - si presenta così il comitato su Facebook - Tale esigenza si rende necessaria poiché, a nostro avviso, le reali condizioni non giustificano uno stravolgimento della vita familiare e della comunità sociale in cui viviamo; inoltre si tende a salvaguardare il rendimento dei bambini, il cui livello di attenzione nell’orario pomeridiano risulterebbe insufficiente a garantire un adeguato apprendimento. Si consideri anche la difficoltà dello svolgimento di attività extrascolastiche (sportive e ludiche), impraticabili nell’orario antimeridiano”.
Insomma a scuola il pomeriggio proprio no: “Ad ultima ratio, laddove tutte le soluzioni non possano garantire lo svolgimento dell’orario scolastico in ambito antimeridiano, il comitato accetterà l’eventualità di ritornare presso l’edificio scolastico di appartenenza purché agibile, in attesa delle proposte già deliberate (es. Musp), ferma restando l’urgenza dell’adozione di tutti gli atti propedeutici necessari a consentire lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici”.
In mezzo ci sono gli amministratori, i sindaci in particolare, che a scuola non hanno mai avuto probabilmente un compito così difficile da risolvere. Vittime anche di un sistema di misurazione che è incerto e contraddittorio e, paradossalmente, di una burocrazia che li ingabbia.
“Torno a chiedere con forza al governo una deroga al codice degli appalti - commenta il presidente della Provincia e sindaco di Pratola, Antonio De Crescentiis - perché le scuole già finanziate possano essere appaltate in tempi brevi”. Perché se così non fosse, il problema della logistica degli studenti, sarà una di quelle questioni destinate a durare anni.


postato il 10/9/2016 alle ore 20:25

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