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Editoriale
Odio, livore e quel sentimento manicheo che fa odiare chi non la pensa come te. Questo è il clima in cui è piombata l’Italia, Sulmona e tutto il territorio soprattutto in campagna elettorale. Noi giornalisti lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle. Minacce, insulti e derisioni per questo o per quell’altro articolo. Stamattina un “Gentile” signore su Fb ci ha chiamato “giornalino”, riferendosi al nostro post in cui raccontavamo la protesta pacifica di Teresa Nannarone, avvocato e ex assessore provinciale, che ha affisso lo striscione, in occasione della visita di Salvini in città, con su scritto “Empio è colui che non accoglie lo straniero”, tratto da “Le Metamorfosi” di Ovidio. Ci ha deriso forse perché non la pensiamo come lui. Noi pensiamo. Raccontiamo la realtà. Punto. E condanniamo senza se e senza ma attacchi beceri e volgari rivolti a chi esprime una propria opinione. Qualunque essa sia. Perché la diversità è arricchimento. Il confronto è crescita. Spieghiamolo a chi questa mattina ha attaccato volgarmente su Fb Teresa Nannarone per lo striscione affisso. Hanno scritto “Ti dovrebbero stuprare”. E lo ha scritto una donna. Ma è purtroppo questa l’epoca dei social network. Quando fu decantata la società orizzontale che sarebbe derivata dai social network in pochi ebbero la lungimiranza di comprendere che la società orizzontale avrebbe portato a questo. A una società folle e volgare dove ognuno pensa di dire e fare ciò che vuole. Senza regole. E soprattutto senza rispetto.
“Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. Ecco questa frase dovrebbe essere la stella polare di ognuno di noi. Una frase, attribuita a Voltaire, ma scritta, guarda caso, da una donna Evelyn Beatrice Hall, saggista conosciuta con lo pseudonimo di Stephen G. Tallentyre, in una biografia del filosofo del 1906, The Friends of Voltaire (Gli amici di Voltaire).
postato il 29/1/2019 alle ore 13:30