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Editoriale
La vacanza
Giornate da bollino nero. E non soltanto sulla rete autostradale per via dell’esodo estivo. Un tempo l’estate era il tempo delle “ferie”, del dolce far niente e, anche se non proprio tutti potevano trascorrere mesi in case di vacanza al mare o in montagna, l’estate era comunque il mese della leggerezza, della gioia e dello stare insieme. A prescindere dall’età. Da qualche anno, invece, l’estate è diventata la stagione dell’odio e del rancore, della necessità del fare qualcosa a tutti i costi, dell’invidiare tutto e tutti. Complice anche la politica che proprio in estate (metodo di distrazione di massa?) apre il dibattito su temi “tanti cari” all’opinione pubblica, in questo 2018 dai vaccini all’immigrazione, su cui “le masse” discettano a non finire, in particolare sui social network. Odio su odio. E poi la miriade di appuntamenti a cui “non si può mancare” perché nell’era del presenzialismo e della “condivisione selvaggia” si ha sempre più la necessità di buttarsi nella folla. E si dimentica l’importanza dello stare bene con se stessi prima che con gli altri. Si dimentica
il benessere di guardarsi dentro, di fermarsi. Nell’era della velocità e della comunicazione abbiamo dimenticato l’importanza di capire noi stessi e di saper ben comunicare con gli altri. Noi di Zac vogliamo consigliarvi qualche libro da leggere in queste giornate estive. Perché un libro aiuta sempre a comprendere meglio la realtà.
“La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek
Vincitore del Premio Strega è la storia di una donna straordinaria, prima fotoreporter. Il romanzo, infatti, riscatta dall’oblio Garda Taro, fotografa tedesca ribelle e avventurosa, e pioniera del fotogiornalismo. Uno scintillio di passioni che il romanzo di Janeczek riesce a riprodurre perfettamente.
“La treccia” di Laetitia Colombani
Le storie di tre donne Smita, Giulia e Sarah che apparentemente non hanno nulla in comune ma che condividono lo stesso coraggio. Smita vive in un villaggio indiano, incatenata alla sua condizione d'intoccabile. Giulia abita a Palermo e lavora per il padre, proprietario di uno storico laboratorio in cui si realizzano parrucche con capelli veri. Sarah è un avvocato di Montréal che ha sacrificato affetti e sogni sull’altare della carriera. Un romanzo sul mondo femminile e sulle sue scelte.
“Padiglione cancro” di Aleksandr Isaevič Solženicyn
Un classico di uno scrittore che in Italia non è conosciuto e valorizzato come meriterebbe. Un romanzo che fa riflettere sui regimi, sulla loro crudeltà e sulla esistenza. Il romanzo provocò nel 1967 la irrimediabile frattura tra lo scrittore e le autorità sovietiche. Nel reparto oncologico dell’ospedale di una città dell’Asia centrale si incontrano, senza riuscire a entrare in comunicazione, donne e uomini che hanno alle spalle esistenze diverse. L’incombere della malattia e della morte li costringe a fare il bilancio della propria vita, ma anche a confrontarsi con la spada di Damocle del fato. Il valore dei singoli si misurerà sulla base della loro capacità di far tesoro dell’esperienza della vita e della sofferenza e di riuscire a trasferire nel mondo esterno le riflessioni avviate in quella corsia d’ospedale.
postato il 12/8/2018 alle ore 12:22