INCHIESTA

40Sulmona

Gli speculatori "indossano la divisa"

A 51 anni esatti dai moti di Jamm’ mò, la città perde altre due caserme.

SULMONA. Era il 2 e 3 febbraio del 1957, esattamente 51 anni fa, quando Sulmona e i sulmonesi alzarono barricate e ingaggiarono una guerriglia urbana contro la Celere (nei così detti moti di Jamm’ mò) per difendere e protestare contro lo spostamento, fatto nottetempo, del Distretto militare da Sulmona. A 51 anni di distanza, la storia si ripete, ma solo in parte: di barricate in città non se ne vedono più e le spoliazioni notturne sono state sostituite da sontuose cerimonie di passaggio di consegne, fatte alla luce del sole e celebrate come a salutare un lieto evento. Così è accaduto lo scorso mese con l’OPM, l’organizzazione di polizia penitenziaria trasferita «nell’ambito della riorganizzazione delle Forze Armate» a Santa Maria Capua Vetere, così accadrà entro la fine dell’anno con il 57esimo Battaglione ospitato nella Caserma Cesare Battisti e destinato a lasciare il capoluogo peligno in modo definitivo. La difesa di questo ultimo presidio non è motivato da uno spasmodico attaccamento alla divisa: in effetti due caserme in meno a Sulmona, significheranno cinquecento presenze stabili in meno. Cioè gente che dorme (i familiari dei militari), che mangia e che, soprattutto, stabilisce con la nostra città un legame che, in qualche modo, è destinato a rinsaldarsi nel corso della vita. Via, tutto finito, nel giro di pochi mesi e senza nessun clamore, senza un labile grido d’allarme (altro che Jamm’ mò). Alla classe politica delegata in questi anni a fare gli interessi della città, sembra essere stato più a cuore l’uso che si farà delle strutture che saranno svuotate, più che la necessità di difendere un presidio economico. Così fu con l’Amministrazione Centofanti che nella Caserma Cesare Battisti aveva previsto un Centro della Protezione Civile e uno del Coni (i soliti annunci del “nostro” parlamentare Sabatino Aracu), così è stato con l’Amministrazione La Civita che, più spudoratamente, aveva previsto per la struttura di viale Mazzini l’intervento di privati per farne probabilmente un centro acquisti. Per fortuna o per sfortuna, nessuno di questi progetti è andato in porto, ma ad andare via saranno nel frattempo i militari di cui più nessuno, o quasi (sembra stia nascendo un Comitato di difesa), si è occupato. La nuova Amministrazione comunale dovrà così cimentarsi con la destinazione d’uso di questi immobili (oltre alla Battisti, ci sono le ormai ex caserme dell’OPM, la Pace e la De Amicis): un grande boccone per gli speculatori immobiliari che in questa città sono gli unici a resistere a tutte le intemperie della politica e dell’economia.

postato il 02/02/2008

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