INCHIESTA

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La perla sotto vuoto

L’eterno dibattito sulla pedonalizzazione del centro storico resta tale: tra proposte, studi e polemiche

SULMONA. Si dibatte molto, in questi giorni, sulla desolazione che attanaglia corso Ovidio con l’inevitabile e negativa ripercussione sulle attività commerciali presenti. La questione dell’ipotizzata pedonalizzazione totale, poi, ha aperto le acque tra favorevoli e contrari. Che il centro storico di Sulmona sia una perla rara da far tornare a risplendere, questo è indiscusso. Gli eventi occasionali, però, non bastano più, non portano abbastanza reddito. A proposito gli ultimi a fare una proposta, in realtà ancora da sottoporre al Comune, sono stati Cescot-Officina dei Sapori e Confesercenti. “Incubatore naturale d’imprese”, lo chiamano, che dovrebbe servire a rilanciare lo sviluppo dell’arteria principale della città per “sostenere il commercio di vicinato ed incrementare la vivibilità del centro”. «In molti vanno via perché c’è poca gente e non si lavora – spiega Angelo Pellegrino, direttore dell’Officina dei Sapori –. Se nella crisi non si contengono i costi le attività chiudono». Da qui quindi la necessità di un supporto che passi dall’abbattimento delle tasse comunali, dall’affitto concordato e dall’incentivo a mettere in locazione gli spazi sfitti. Ma cosa dovrebbe fare il Comune? Innanzitutto ridurre le tasse di sua pertinenza in modo da smaltire in parte i costi dei commercianti, sia di quelli esistenti sia di quelli che si accingono o lontanamente desiderano aprire un’attività in centro. Ciò permetterebbe di rianimare il centro e contemporaneamente riqualificarlo rendendolo appetibile anche ai turisti. Il Comune, si suppone dal progetto, dovrebbe mettere a disposizione anche un fondo per le spese di avviamento tanto per mitigare gli affitti dei locali commerciali che rasentano, paradossalmente, quelli di città ben più note nel panorama turistico. è questo poi uno dei problemi fondamentali, soprattutto per i giovani: i prezzi dei locali commerciali che fin da subito scoraggiano la nuova imprenditorialità. Tanto per i locali di proprietà privata quanto per quelli di proprietà pubblica. Si narra l’esistenza, infatti, di fantomatici locali dell’Ater, posizionati lungo il corso, inutilizzati, ma, allo stesso tempo, indisponibili per nuovi affittuari. La possibilità di un bando futuro da parte dell’ente, infatti, metterebbe in guardia chi ne dispone dal rischiar di perdere il proprio diritto di prelazione. Comunque a sostegno dell’incubatore potrebbero subentrare anche le varie leggi, regionali e nazionali, di supporto al micro-credito. La proposta Officina-Confesercenti, inoltre, punta a far tornare in città il vero centro del commercio togliendo appeal alla grande distribuzione e incentivando gli esercizi di vicinato a tutto vantaggio anche degli anziani. In questo senso la Fiesa Confesercenti ha presentato da tempo una proposta di legge a sostegno dei piccoli alimentari di periferia di cui, purtroppo, ancora non si sa nulla. L’incubatore, però, resta al momento una chimera: l’Officina dei Sapori deve fissare un incontro con il Comune che, se disposto, dovrà sottoscrivere un accordo di programma. Sul fronte della pedonalizzazione, a far da paciere tra i commercianti pro e contro (perché ce ne sono in entrambe le parti) c’è il consigliere di minoranza Valerio Giannadrea. Il suo progetto prevede, innanzitutto, la formazione di un gruppo di lavoro, a seguito dell’ordine del giorno da lui presentato in consiglio e che dovrà essere discusso sempre in questa sede, tra associazioni di categoria, commercianti, vigili urbani e gli ordini a supporto dei tecnici. Attraverso un lavoro di squadra potrebbero emergere tutti gli aspetti utili ad un progetto davvero fattibile. «Non si tratta, per ora, di un’operazione pre-pedonalizzazione – ci tiene a sottolineare Giannandrea –, ma di capire se è possibile farla». Un lavoro lungo al quale si aggiungerebbero anche la riqualificazione del centro, un nuovo piano urbano con il potenziamento di aree parcheggio e l’individuazione di nuove. «Oggi le condizioni non ci sono – aggiunge il consigliere – manca l’accesso ai disabili, ai residenti e i caratteri di sicurezza». A favore della chiusura del centro, però, ci sono sicuramente 531 cittadini, il numero di quelli che hanno firmato la petizione promossa dalla Fiab Sulmona Bicincontriamoci e lo è anche l’associazione Insieme per il Centro Abruzzo (Ica) che, addirittura, ha chiesto i nomi dei commercianti contrari. Per Ica il corso chiuso non lederebbe affatto gli interessi economici delle attività visto che già con la Ztl, di fatto, le ore in cui il centro è aperto, e utile agli orari di apertura degli esercizi, sono solo due: una la mattina, una il pomeriggio. In che misura, quindi, l’assenza di introiti può essere ricondotta alla chiusura del corso?
di simona pace

Per dirla tutta
A parlare di riqualificazione del centro storico vien fuori la possibilità di far tornare a piazza XX il vecchio “salotto buono” della cittadina. In tanti lo ricordano con nostalgia. Già il presidente del consiglio comunale, Franco Casciani, aveva annunciato la possibilità di riqualificare il cuore di corso Ovidio cercando di riportarlo agli albori di un tempo quando rappresentava un vero luogo di socializzazione. Le mire dell’amministrazione guardano, forse utopicamente, ancor più lontano poiché, sempre Casciani, ha parlato di ri-valorizzazione anche dell’attività storica che caratterizza la piazza: il Gran Caffè, per restituirgli quella funzione di luogo culturale che aveva. Un vero e proprio progetto, al momento, non c’è. O meglio: «C’è un finanziamento di 450 mila euro che doveva servire alla copertura della Rotonda di San Francesco – puntualizza Giannandrea –, un progetto bocciato per il quale è stata richiesta la modifica della destinazione». Si attende che la commissione Bilancio in Senato approvi la richiesta dell’amministrazione per procedere alla riqualificazione che oltre a piazza XX interesserà tutto il corso.


postato il 13/12/2014

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