INCHIESTA

16486

Gli ultimi fiocchi

Il punto nascite di Sulmona verso un’inesorabile chiusura: troppi pochi nati e troppe fughe verso altri ospedali

di simona pace
La matematica non è un’opinione e i numeri del punto nascite di Sulmona non sono per nulla confortanti. Basta guardare e riflettere sulle nascite avvenute nel 2013 e in questi mesi del 2014 per capire che sempre più persone preferiscono partorire altrove e, anche se così non fosse, i numeri non giustificherebbero la presenza di una sala parto nel capoluogo peligno. Secondo i dati raccolti dall’associazione La Diosa, nel 2013, infatti, i nati a Sulmona sono stati 330 pari al 61.5 per cento dei nati, contro i 158 nati fuori e cioè il 43.1 per cento, mentre 127 è il numero delle donne che ha scelto Sulmona per partorire, ma che non fa parte della Asl 1 (mobilità attiva): il 38.4 per cento. Nel 2014, fino ad ora, le donne che hanno scelto il SS. Annunziata per dare alla luce il proprio figlio sono 180 pari all’82 per cento; 90 sono i nati fuori, 39.1 la percentuale della fuga; e 39 è il numero della mobilità attiva pari al 20 per cento. Insomma, anche sommando i dati, sia dei nati nell’ospedale di Sulmona, sia di quelli nati fuori, non si riuscirebbe comunque a raggiungere la faticosa soglia dei 500 nati, stabilita dalla conferenza permanente Stato-Regioni, che si accinge spaventosamente ad essere innalzata a mille. Nelle migliore delle ipotesi, lo scorso anno si sarebbero potuti raggiungere 488 nati, -12 rispetto alla soglia (Atri sta chiudendo i battenti con soli 10 nati in meno); nel 2014, invece, e tenendo presente i tre mesi alla fine dell’anno, si sono avute 270 nascite (-230). Se si guarda a Sulmona, su un totale di 154 nascite nel 2013, 54 sono avvenute in ospedali diversi dal SS. Annunziata: 8 a L’Aquila, 12 a Chieti, 11 a Pescara, 12 Avezzano, 11 fuori regione. Nel 2014 su 130 nati, 39 è il numero delle puerpere in fuga: Pescara, Chieti ed Avezzano con 10 ciascuno, 3 a L’Aquila, 6 fuori regione. Scanno conserva, nel suo piccolo, un dato interessante. Se lo scorso anno su 10 nati solo 1 è stato partorito fuori, quest’anno 5 partorienti su 10 hanno scelto altre mete, esattamente la metà. A Pratola, secondo centro della Valle, sono nati 63 bambini nel 2013 di cui 25 fuori (20 in regione e 5 altrove); nel 2014 su 37 nati, 18 donne hanno scelto altri ospedali di cui una fuori regione. Diciotto sono i bambini nati a Raiano nel 2013, 10 mamme hanno scelto di darli alla luce nel SS. Annunziata; 8, invece hanno preferito altri lidi di cui 2 in regioni diverse dall’Abruzzo. Quest’anno, invece, il dato si fa più preoccupante: su 16, i bimbi nati altrove salgono addirittura a 10. A Corfinio, seppur i nati sono stati molti meno, il fenomeno si ripete: di 5 bambini nati nel 2013, 2 sono stati dati alla luce fuori; nel 2014 ci sono stati 4 parti e tutti lontano da Sulmona. Vittorito ha registrato 6 nuovi arrivi lo scorso anno, tre di loro non sono nati nel centro peligno; in questi mesi del 2014, invece, su 3 nati nessuno lo ha fatto a Sulmona. A Prezza sono arrivati 6 bambini nel 2013, 2 mamme hanno scelto altri ospedali; mentre quest’anno c’è stato solo un fiocco a Sulmona. Introdacqua lo scorso anno ha visto nascere 12 bambini di cui 7 nell’ospedale peligno; nel 2014 su 6 nati solo 2 lo hanno fatto al SS. Annunziata. A Pettorano le neomamme che hanno scelto Sulmona nel 2013 sono state 5 su 6, quest’anno 6 su 8. A Roccacasale su 2 nati in totale negli anni presi a riferimento, 1 è nato a Sulmona. Cansano sempre 2 nati, ma entrambi vicino casa. In Valle Peligna, un dato che dimostra piena fiducia nell’equipe ospedaliera locale è quello di Bugnara e Pacentro. Nella prima ci sono state 12 nascite lo scorso anno e 5 in questo; nella seconda rispettivamente 6 e 2. è spostandoci nell’Alto Sangro che i numeri si fanno spaventosi poiché è proprio qui che il punto nascite peligno perde una grossa fetta di parti. Basti pensare a Castel di Sangro che nel 2013 ha registrato 49 nati in tutto di cui solo 8 a Sulmona; Roccaraso su 12 nati dello scorso anno 7 nel SS. Annunziata, che diventano 2 nel 2014 su un totale di 7. è proprio in considerazione di una scarsa, scarsissima natalità che il consigliere Enio Mastrangioli ha presentato un ordine del giorno in consiglio provinciale in cui si chiede alla giunta di fare tutto il possibile in modo che la Regione conceda una deroga, in termini di parti minimi, al punto nascite sulmonese comunque unico di riferimento per una vasta area. A voler dare una spiegazione al fenomeno della fuga verso altri lidi, tuttavia, le motivazioni si possono rintracciare nel 2009, anno del terremoto, che ha condotto l’ala vecchia, dove è situato il punto nascite, ad essere dichiarata inagibile. Da lì il lento declino agevolato da un altrettanto lento trasferimento di ginecologi “rinomati” e, come si sa, le future mamme seguono il proprio medico anche in capo al mondo se necessario. Negli ultimi tempi c’è stato un lieve cambio di rotta nella politica della direzione sanitaria, ossia quella di introdurre nuovo personale nel reparto di ginecologia per dare, probabilmente, di nuovo la giusta dose di fiducia alle partorienti. Ma forse è troppo tardi, o forse no.

Per dirla tutta
Parte del personale del reparto di ostetricia si sta attivando, come d’altronde aveva fatto già in passato senza ricevere la giusta attenzione da parte della direzione sanitaria, nel presentare un progetto di casa parto che possa convincere le donne del territorio a scegliere Sulmona e aumentare, vista la sua particolarità, la mobilità attiva. Il sindaco Peppino Ranalli, intanto, ha convocato, per oggi pomeriggio a palazzo San Francesco, un tavolo tecnico tra i sindaci del territorio e sindacati, già impegnati in diversi incontri con il personale negli scorsi giorni. Obiettivo è presentare, il prima possibile, una buona proposta in Regione. Quest’ultima, infatti, dovrà comunicare al Ministero, entro fine novembre, quali sono le sedi da sacrificare. «Rifiutiamo la questione dei numeri – dichiara il primo cittadino sulmonese –. Il punto nascite non si tocca». La sua intenzione, infatti, è quella di rinunciare ad altri reparti pur di non perdere il punto nascite per il quale, in realtà, è previsto il trasferimento nell’ala nuova dell’ospedale dove si sta lavorando ad una nuova sala parto.


postato il 20/9/2014

Share
Commenti
Non sei autenticato. Se vuoi fare un commento devi fare il Login



 

Ci sono 305 articoli in questa categoria. Leggi gli altri prossimo 822 letture