EDITORIALE

16763

Il Punto di Pat.Iavarone n.18



A risollevare la polvere ben coperta sotto il tappeto della politica è stato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, candidato in pectore per la nuova segreteria regionale del Pd, anche se non è con la sua sortita che ha favorito la corsa come successore di Silvio Paolucci. Il sindaco del capoluogo è riuscito infatti in un sol colpo ad unire due territori distanti e rivali come la Marsica e la Valle Peligna, invocando per la sua L’Aquila presto (entro il 2016), prima del previsto (il 2018), un nuovo tribunale in grado di accogliere anche i togati di Avezzano e Sulmona. Una mossa dovuta forse alla pressione che il vero capoluogo regionale, Pescara, ha fatto al ministero perché, dopo la minaccia di chiusura del Tar adriatico, fosse trasferita sulla costa anche la sede della Corte d’Appello. Così tra le macerie reali e quelle del potere, Cialente ha voluto dare un segnale di vitalità della sua città e per farlo non ha esitato a travolgere, come spesso ha fatto in passato il capoluogo, le città della “periferia”. Per i vertici del Pd un colpo basso da cui subito hanno preso le distanze, prima la senatrice Stefania Pezzopane che ha sottolineato come la battaglia in difesa dei tribunali minori fosse stata una sua priorità e poi la segreteria provinciale che ha riunito di corsa la sua commissione giustizia e indetto per il 10 novembre un incontro tra i tre sindaci (L’Aquila, Sulmona e Avezzano) «per rilanciare l’iniziativa congiunta a difesa dei presidi di legalità dell’intera provincia». A Cialente, comunque, va il merito di aver riaperto, non volendo, una porta che era stata chiusa e dimenticata nel silenzio: a partire dal governatore regionale che aveva promesso, salvo poi disattenderla, una delibera a favore del tribunale di montagna, per finire ai parlamentari e al comitato in difesa del tribunale di Sulmona che puntava ad apportare le modifiche necessarie ai decreti correttivi della legge entro il 14 settembre scorso. Certo il trasloco del sottosegretario Legnini (che aveva gestito tutti i rapporti con il ministero) al Csm, non ha aiutato a tenere alta l’attenzione sul problema, di cui, d’altronde, sembrano essersi dimenticati un po’ tutti. Togati compresi. Non tutti i “mali” insomma vengono per nuocere: dalla provocazione-gaffe di Cialente, chissà, potrebbe riaprirsi una battaglia che con troppa leggerezza il territorio aveva disarmato.

postato il 1/11/2014

Share
Commenti
Non sei autenticato. Se vuoi fare un commento devi fare il Login



 

Ci sono 323 articoli in questa categoria. Leggi gli altri prossimo 525 letture