CRONACA

17370Abruzzo

"Speculazione" dei pascoli, dal Tar arriva la vittoria degli allevatori abruzzesi

Oltre 2 milioni di euro di premi a ditte del nord per la concessione di terreni demaniali senza possedere bestiame: il tribunale amministrativo riafferma il principio della proprietà

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Dal Tar del Lazio arriva un’importante vittoria per gli allevatori abruzzesi.
Quest’ultimi, infatti, avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo, tramite gli avvocati di Confagricoltura Abruzzo, per denunciare la “speculazione” in atto a favore di alcune aziende del nord Italia, alle quali alcuni Comuni avevano assegnato terre di pascolo demaniali senza possedere il bestiame.
Ed è proprio su questo punto che il Tar si è pronunciato riaffermando il principio secondo il quale il pascolamento deve essere effettuato solo quando l’azienda possiede in proprietà il bestiame e non con quello di terzi.
Così come aveva già fatto l’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), con la circolare 2013/979 del 11/10/2013, che supportata anche dall’allora assessore regionale Mauro Febbo, aveva apportato modifiche alla normativa impedendo a queste società del nord di lucrare ingenti premi comunitari affittando i pascoli abruzzesi sottratti agli allevatori locali.
Ben 2 milioni di euro di premi comunitari facendosi concedere 8.500 ettari di pascoli demaniali dai Comuni e senza l’obbligo di possedere il bestiame.

“Non era possibile che un cavillo burocratico consentisse a soggetti residenti fuori regione di incassare premi comunitari senza esercitare alcuna attività imprenditoriale- ha commentato Concezio Gasbarro, presidente di Confagricoltura Abruzzo-. Queste società non hanno alcun rapporto con il nostro territorio, non esercitano alcuna funzione ambientale, eludono gli obblighi del corretto pascolamento e drogano il mercato degli affitti, depredano le casse comunitarie intascando somme altrimenti destinate alle vere imprese agricole che ogni giorno devono lottare per portare a casa un modesto reddito”.

Ma la lotta non finisce qui. E’ in approvazione al Mipaf, infatti, un decreto che potrebbe annullare la sentenza del Tar.
Red


postato il 26/1/2015 alle ore 9:14

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