CRONACA

16909Abruzzo

Legge di stabilità, i presidenti delle province abruzzesi propongono emendamenti

A rischio anche le funzioni essenziali dell'ente dal primo gennaio

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Si sono riuniti questa mattina a Pescara i quattro presidenti delle province abruzzesi sulla situazione critica in cui vertono le Province colpite dai tagli della legge di stabilità e impossibilitati, a partire dal primo gennaio, a portare avanti anche le funzioni essenziali loro attribuite dalla Legge Delrio. C’erano Antonio Del Corvo (L’Aquila), Antonio Di Marco (Pescara), Domenico Di Sabatino (Teramo), Mario Pupillo (Chieti).
“La legge di stabilità penalizza soprattutto le Province – ha esordito Del Corvo - tagliando dal bilancio 2015 somme che incidono dal 52 al 69% delle risorse disponibili, che non consentiranno di portare avanti attività prioritarie ed essenziali per la comunità”.
Si stimano tagli di 10 milioni di euro per la provincia di Chieti, 9,3 mln per l’Aquila, 5,4 mln per Teramo e 5,7 mln di Pescara.
“Noi riteniamo- ha aggiunto Del Corvo- che le regioni debbano incidere sulle scelte del Governo per evitare che questo accada, proponendo alcuni emendamenti che l’UPA (Unione Province Abruzzesi) stessa ha formulato e che vogliamo portare all’attenzione del Governo attraverso l’azione dei nostri parlamentari”.
Nello specifico gli emendamenti sono: la sospensione per 5 anni del pagamento, da parte delle province, delle rate dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti; la proroga di 1 anno delle disposizioni sull’armonizzazione contabile e dunque del divieto di assunzione di personale a tempo determinato; l’estensione alla Province per le quali sia stato approvato un piano pluriennale di riequilibrio delle stesse misure favorevoli (esclusione dell’obbligo di contributo alla finanza pubblica per gli anni 2015-2017) stabilite a carico delle Province in dissesto; l’esclusione dal calcolo del saldo obiettivo del patto di stabilità dell’importo del contributo alla finanza pubblica richiesto dal disegno di legge per evitare di incorrere nelle sanzioni previste in caso di mancato rispetto del patto di stabilità.
“I Comuni avranno problemi enormi se il disegno di legge passasse così com’è- aggiunge Di Marco-. Il nostro pressing sui parlamentari e sul presidente della regione Luciano D’Alfonso è motivato dalla necessità di soddisfare le esigenze della comunità, anche perché non stiamo parlando di nuove deleghe ma solo di continuare a svolgere funzioni essenziali con le deleghe tradizionali. Fortunatamente il Presidente D’Alfonso ci ha già affidato un piccolo fondo per la viabilità, ma a lui chiediamo di fare pressione sul Governo nazionale”.
“Vogliamo avere la possibilità di accompagnare questa grande riforma istituzionale del Paese cercando di non far saltare la coesione sociale- conclude Di Sabatino-. Abbiamo ancora enormi potenzialità, visto il patrimonio di risorse umane e di esperienza delle Province, ma se non possiamo far quadrare i conti salta tutto il sistema, vanificando anche i vantaggi della riforma”.
Red


postato il 19/11/2014 alle ore 14:48

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