CRONACA

15344Popoli

Abbattevano i "grandi alberi" provocando black-out

Arrestata una banda di rumeni. Rubavano cavi elettrici operando lungo la dorsale adriatica tra le provincie di Foggia, Chieti, Pescara, Bologna e Pavia

Documento senza titolo

Li chiamavano i “grandi alberi da abbattere” quei tralicci da depredare provocando ore di black-out alle comunità fornite dall’Enel. Erano molto abili nell’interrompere il flusso di energia tranciando i cavi e caricandoli velocemente nei furgoni a loro disposizione, pronti per essere rivenduti a ricettatori compiacenti.
Sei ordinanze di custodia cautelare e cinque fermi per una banda di rumeni, per lo più senza fissa dimora e pregiudicati per delitti contro il patrimonio, finiti sotto indagine dei carabinieri di Popoli, coordinati dal capitano Antonio Di Cristofaro, che in tre mesi sono riusciti ad identificare gli autori dei furti. Le indagini dell'operazione Elettra sono partite lo scorso gennaio allorquando un furto di centinaia di metri di cavi Enel ad alta tensione, tra Bolognano e Scafa, aveva provocato un black-out. Un furgone e due vetture con targa straniera erano state avvistate poco prima da alcuni testimoni. Identificarle e monitorarle non è stato così difficile.
Qualche giorno dopo, la notte del 24 gennaio, la banda aveva anche forzato un posto di blocco nei pressi di Scafa, appositamente istituito disperdendosi nelle campagne circostanti. Quella notte erano in sette e sono stati costretti ad abbandonare il proprio bottino nelle auto: una tonnellata e mezzo di cavi ad alto voltaggio, saccheggiati dalla linea elettrica che porta energia nelle zone comprese tra Scafa, Bolognano e San Valentino, rimaste al buio per alcune ore. Serrate le indagini: in breve tutti i componenti della banda, che nel frattempo si erano sparsi in altre province italiane mettendo a segno altri furti, sono stati identificati. La banda operava muovendo lungo la dorsale adriatica tra le provincie di Foggia, Chieti, Pescara, Bologna e Pavia, e recuperato più di una tonnellata e mezzo di cavi ad alto voltaggio.
“Certo non è oro, ma il commercio clandestino del rame è purtroppo un fenomeno ormai diffuso- spiega il capitano Di Cristofaro- Le quotazioni oscillano tra i 5 ed i 6 euro al chilo, questo fa si che i furti presso i depositi delle Ferrovie, o peggio, in danno della rete elettrica ad alto voltaggio, sia una nuova realtà criminosa alla quale far fronte”.
Red


postato il 18/4/2014 alle ore 14:17

Share
Commenti
Non sei autenticato. Se vuoi fare un commento devi fare il Login



 

Ci sono 19488 articoli in questa categoria. Leggi gli altri prossimo 740 letture