16208Pescasseroli
Attesa per la nona edizione del Premio Croce
Narrativa, saggistica e giornalismo ed il "Premio alla memoria" alla scienziata Margherita Hack.
Si svolgerà il prossimo fine settimana la nona edizione del Premio nazionale di cultura “Benedetto Croce” a Pescasseroli.
I vincitori di quest’anno sono:
per la narrativa Chiara Frugoni, con il romanzo “Perfino le stelle devono separarsi”, edito
dalla casa editrice Feltrinelli, un’opera nella quale l’autrice torna alle proprie
origini, alla magia dell'infanzia sospesa in una dimensione
atemporale del sogno, dentro una civiltà apparentemente remota, la cui luce torna a
risplendere con la forza della rivelazione, in un viaggio nella memoria alla ricerca di se
stessi; per la saggistica, il vincitore è il volume “I corrotti e gli inetti: conversazioni su
Machiavelli” edito Bompiani, scritto a quattro mani da Antonio Gnoli e dal professor
Gennaro Sasso, un giornalista e uno storico della filosofia che si confrontano sull'attualità del
pensiero di Machiavelli;
per il giornalismo letterario i vincitori sono Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due
nomi alla ribalta del giornalismo d’inchiesta italiano, con il libro “Se muore il Sud”, fotografia di una
certa classe politica del Sud, ingorda e inconcludente, che sta traghettando il Mezzogiorno
verso la rovina.
Il “Premio alla memoria” di quest’anno, invece, è intitolato a Margherita Hack, a cui verrà
dedicato il simposio pomeridiano che si terrà venerdi 1 agosto nella Sala Convegni del
Parco a Pescasseroli. Per l’occasione saranno presenti il Professor Roberto Buonanno direttore
dell’Osservatorio Astronomico “Collurania” di Teramo, il Professor Stefano Borgani
Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, il Professor Remo Ruffini Presidente
dell’International Center for Relativistic Astrophysics (PE) e il Professor Gian Gabriele Ori
del Dipartimento di Ingegneria e Geologia dell’Università di Chieti.
Quest’anno, per la prima volta, i premiati e la giuria si recheranno la domenica 3 agosto
nel paese d’origine della famiglia paterna di Benedetto Croce, Montenerodomo in
provincia di Chieti: un piccolo centro di montagna al cospetto della Maiella, sul quale il
filosofo scrisse famose pagine di riflessione storica e sociale sulla borghesia e gli
intellettuali del Sud. Il paese è rinato dopo la distruzione totale (che ha raso al suolo anche
il palazzo Croce) ad opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Red
postato il 29/7/2014 alle ore 21:43