POLITICA

16674Sulmona

L’auto che perde pezzi

Si dimette anche il segretario Cuccolini: palazzo San Francesco nel caos. La priorità per Ranalli è ora riorganizzare la macchina amministrativa

SULMONA. Sarà il prefetto probabilmente a convocare, o almeno sollecitare, il presidente del consiglio comunale di Sulmona Franco Casciani, perché riunisca l’assise civica per discutere della crisi politica che, almeno nei numeri ufficiali, c’è tutta. A richiedere l’intervento governativo sono state le opposizioni che dall’8 settembre scorso attendono che si discuta “dell’armistizio”. Ma i problemi non sono certo questi, non solo questi, per l’amministrazione Ranalli che, nei fatti, si trova alla guida di un’auto che perde pezzi da più parti. L’ultimo è stato quello del segretario comunale Federico Cuccolini, il quinto segretario in due anni, il quarto dell’era Ranalli, che abbandona la nave di palazzo San Francesco. Dimissioni annunciate, poi ritirate, poi ancora confermate. Una danza inquietante che dà la cifra di quanto sia divenuta irrespirabile l’aria in via Mazara dove, ai veti, alle ripicche, alle liti interne, si aggiungono giorno dopo giorno gli effetti delle inchieste giudiziarie che stanno travolgendo dirigenti e funzionari, vecchi e nuovi. L’impressione che avevamo già espresso nello scorso numero, quando il segretario sembrava voler restare al suo posto, è che la mancanza più grande del progetto politico-amministrativo del sindaco Ranalli, sia stata quella di non riuscire a mettere mano alla macchina amministrativa, quell’auto che perde pezzi e che non va. Proprio non va. Fin quando non si avrà il coraggio di riorganizzare dirigenze e funzioni, incarichi e gerarchie, fin quando la politica non si riapproprierà di una funzione che è sua, quella di decidere cioè premi e ruoli a seconda del merito e non dei piccoli interessi di bottega, allora né Ranalli, né altri riusciranno ad arrivare al traguardo. Ora che la questione Cogesa è passata (salvo l’esito del ricorso annunciato dalla Undis), è il momento di mettere questa come priorità delle priorità. In questo Ranalli dovrebbe prendere esempio dal governatore della Regione Luciano D’Alfonso che la riforma della macchina amministrativa l’ha voluta come primo obiettivo del suo mandato. Senza questo passaggio, prima che connivenze e legami prendano il sopravvento, non si vede la via d’uscita. Con o senza i numeri di una maggioranza politica che non è certo delle più solide.

postato il 18/10/2014

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