CRONACA

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Sulmona e territorio declassati, Ronci: "Chiedere il reinserimento"

Secondo una analisi effettuata dallo studioso il capoluogo rispetta i parametri per far parte dei poli di attrazione, e il territorio per essere individuato tra le macro-aree. A rischio servizi e fondi europei

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Sulmona ha le caratteristiche per rientrare tra i poli d’attrazione e la Valle Peligna-Valle del Sagittario di essere inserita tra le macro-aree. In sintesi è quanto ha spiegato lo studioso Aldo Ronci nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sede della Comunità Montana.
E’ stato lui ad accompagnare la scorsa settimana il sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli, negli uffici della Regione per sapere qualcosa in più circa il passaggio che ha portato il capoluogo peligno ad essere inserito tra le aree intermedie rispetto alla posizione di polo d’attrazione che aveva solo fino a qualche mese fa. Si tratta di un passo indietro, avvenuto con la classificazione effettuata nel 2014 dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (Dps), che comporta diversi svantaggi per la città.
In particolare, l’esclusione tra i poli d’attrazione rappresenta il rischio di un progressivo depauperamento dei servizi, come d’altronde sta già avvenendo, a beneficio della vicina Avezzano che al contrario resta in lizza. Ronci, però, punta proprio sui criteri alla base di queste classificazioni che Sulmona, al contrario di quanto stabilito dal Dps, possiede: la presenza di scuole secondarie superiori di tutti i tipi, di un ospedale Dea e di una stazione ferroviaria Silver per i poli d’attrazione.
I criteri per essere inseriti tra le macro aree, invece, sono: indice di spopolamento, di invecchiamento, su rischio idrogeologico e densità abitativa. In base a questi indici appunto si potrebbe supporre l’istituzione di una macro area Valle Peligna-Valle del Sagittario.
E’ da specificare che Sulmona e Pratola restano escluse perché non appartengono ai piccoli comuni e la stessa sorte tocca a Pettorano, Introdacqua e Bugnara in crescita demografica. Escludendo questi cinque comuni, però, la macro area Valle Peligna-Valle del Sagittario ha visto una riduzione della popolazione pari al 6 per cento; un invecchiamento del 27,8 per cento; un rischio idrogeologico medio basso e una densità abitativa di 24 ab/Kmq.
Risultati che la posizionano al terzo posto rispetto alle altre quattro macro aree previste e, tra l’altro, tutte posizionate a nord dell’Abruzzo. Per la Regione, tuttavia, Valle Peligna-Valle del Sagittario non risultano essere così svantaggiate come si dovrebbe, questo in base ad una individuazione che, calcoli alla mano, non ha modo di esistere. Ma c’è un’altra questione relativa all’accesso ai fondi europei che obbliga i comuni a possedere determinati strumenti giuridici che, in questo caso, sono le unioni o le fusioni degli stessi.
E’ qui che entrano in gioco i sindaci. S.pac


postato il 17/11/2014 alle ore 17:11

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Commenti
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Postato da coesa alle 21:13 di lunedì 17 Novembre 2014
Ronci sta dicendo cose molto sagge e lo ringraziamo per il modo convinto e garbato in cui porta avanti il tema delle fusioni.



Postato da alandin alle 18:34 di giovedì 20 Novembre 2014
Sono 2 anni che il Movimento Ripensiamo parla di questo problema ma si balbetta o tergiversa o si censura. Tutti hanno responsabilitá di questo ritardo che loro indicano con un GONG. Ciascuno per il proprio ruolo e competenza dovrá rispobdere del danno che giá si sta subendo




 

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