CRONACA

16154Sulmona

Parco fluviale: apertura “slow”

Dopo anni di abbandono riaprono i cancelli del Parco Daolio, ma sulla gestione c’è ancora molto da lavorare

SULMONA. è con “Slow Park, Slow Party”, l’iniziativa della condotta peligna di Slow Food, che il 7 agosto il Parco fluviale Daolio sarà restituito alla città. Diversi gli interventi che hanno interessato il polmone verde di Sulmona a partire dalle gradinate all’illuminazione, e poi l’asfalto lungo la zona pedonale e la pavimentazione in porfido in quella dell’anfiteatro. Con circa 120 mila euro in totale (85 mila dalla Provincia e 35 mila residuo delle casse comunali) il parco torna ad essere, così, un luogo alla portata di tutti, soprattutto del Centro di educazione ambientale (Cea) affidato, dall’amministrazione Federico, al Centro Barrasso. A qualche giorno dall’apertura si sta cercando di valorizzare il parco nella sua valenza ambientale e naturalistica. Per questo l’idea è quella di avviare un coordinamento tra le associazioni, enti vari ed istituzioni, in modo da evitare che si torni all’abbandono che ne ha contraddistinto il passato. Il parco fluviale, insomma, non è mai stato un luogo su cui si è puntato nel modo giusto. A fare da capofila ai diversi attori coinvolti è l’associazione Physis, già gestore del Cea, che avrà il compito di avviare la “rete” con l’aiuto dell’assessore Enza Giannantonio. Se al momento si è ancora in una fase preliminare del confronto (ancora non c’è stato alcun incontro) il progetto, così come descritto dall’assessore all’Ambiente, Stefano Goti, ha intenzione di ampliarsi a tutte le associazioni ambientaliste e, perché no, anche alle scuole. L’idea è quella di affidare, ad ogni soggetto interessato, un tema specifico all’interno del parco, che dovrà provvedere a sviluppare. Diversi segmenti che, se “coltivati” autonomamente dalle varie associazioni, dovrebbero tradursi nella totale cura dello spazio. Il Comune, inoltre, ha intenzione di implementare i servizi in alcune zone attraverso l’inserimento di gazebo vari da mettere a disposizione, insieme alle varie strutture e al parco giochi, delle associazioni. Strutture in cambio dei servizi, è la logica. Ma «E’ ancora presto per dire che siamo operativi – commenta Caterina Palmucci dell’associazione Physis –. Spero che questo accada il prima possibile». In effetti si attende che l’assessore Giannantonio convochi la prima riunione. L’idea di Physis, comunque, prevede l’istituzione di orti didattici e sociali attraverso laboratori sensoriali con l’obiettivo di educare all’ecosostenibilità facendo leva sul concetto del “ripartire” da zero, proprio come si accinge a fare il Parco Daolio.

postato il 26/7/2014

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