INCHIESTA

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Una maschera di gas per Sulmona

La prossima settimana i responsabili della Snam saranno in città per trattare tempi e risarcimenti della centrale di compressione e spinta: uno scempio che non ha prezzo.


SULMONA. è ricominciata “a tutto gas” la corsa della Snam per la realizzazione, nei pressi del cimitero di Sulmona, della centrale di compressione e spinta. Un’opera faraonica che occuperà, in uno dei siti più delicati del territorio (alle porte del Parco Majella), circa 12 mila metri quadrati, di cui circa 4 mila edificati. Una colata di cemento e ciminiere che produrrà, per stessa ammissione della Snam Rete Gas, 214,8 tonnellate di monossido di carbonio e 215,6 tonnellate di ossido di azoto l’anno, oltre ad «un inquinamento acustico significativo», come la stessa Snam spiega nel progetto depositato al Comune. L’opera, d’interesse nazionale (dovrà rifornire di gas mezza Europa), sembra essere inevitabile, anche se l’ex Amministrazione comunale aveva fatto credere che sarebbe stata delocalizzata a Santa Rufina. Così non sarà, visto che la prossima settimana i responsabili della Snam verranno a contrattare con i Commissari straordinari di Sulmona i tempi di realizzazione (la centrale inizialmente sarebbe dovuta entrare in funzione già da quest’anno) e, soprattutto, il risarcimento che verrà riconosciuto al territorio. Risarcimento che l’ex vice sindaco di Sulmona, Filadelfio Manasseri, aveva concordato di dirottare su una struttura della Protezione Civile, chiedendo circa 500 mila euro. Luciana Crisi e Giovanni Masciocchi, invece, hanno ben altri obiettivi: nella quantità e nella destinazione dei soldi. Alla Snam verranno chiesti non 500 mila euro, ma circa un milione e mezzo di euro e la loro destinazione non sarà più quella della Protezione Civile, ma quella di opere strutturali per il risparmio energetico (gli impianti delle strutture pubbliche come le scuole ad esempio) e di bonifica e ripristino ambientale (una delle ipotesi è quella di utilizzare i soldi per la bonifica della discarica abusiva di Santa Lucia che, “molto cordialmente”, l’ex presidente del Cogesa, Mimmo Malvestuto, ci ha lasciato in eredità). Quanta generosità da parte delle Istituzioni, che si ricordano di questa fetta di territorio solo quando si tratta di violarne il suoi punti di forza: così è stato per i rifiuti (il fatto che sia stata scaricata a Lanciano e non a Sulmona la “munnezza” di Napoli è solo una coincidenza tecnica dovuta al fatto che l’ampliamento di Noce Mattei non ancora inizia), così sarà per questa centrale di compressione e spinta che, inevitabilmente come la necessità della sua realizzazione, deturperà uno dei biglietti da visita delle nostre montagne e dei nostri Parchi con “effluenti gassosi” di dubbia salubrità.

postato il 19/01/2008

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