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di Simona Pace

Quattro Rsa, 3 Ra e circa 9 residenze cosiddette “alberghiere” per un totale di 426 ospiti. Sono questi i numeri del popolo degli over 65enni presenti nelle strutture dedicate.

Il caso “Anni Azzurri”
La chiusura della residenza per anziani “Anni Azzurri” di Cantone, ad opera dei Nas su ordine del tribunale di Sulmona, ha acceso i riflettori su un ramo della sanità poco considerato nella quotidianità ma che, paradossalmente, non conosce crisi. Un settore che sembra quasi essere un labirinto di denominazioni, accreditamenti, autorizzazioni, gestioni plurime e chi più ne ha più ne metta. Un gomitolo ingarbugliato, insomma, chetenteremo di districare, almeno per quanto riguarda le strutture presenti nel territorio del Centro Abruzzo quelle dove, in caso di emergenza, afferiscono gli utenti della zona, come accaduto per “Anni Azzurri”.

Rsa, Ra e case di riposo
Innanzitutto c’è da fare una netta distinzione tra residenze sanitarie assistite (Rsa), residenze assistite (Ra) o residenza protette (Rp) e semplici residenze per anziani, assimilabili a strutture “alberghiere”. Le Rsa, come riporta anche la Carta dei Servizi della Regione Abruzzo, sono “strutture extraospedaliere territoriali per pazienti di età superiore ai 65 anni non autosufficienti, affetti da patologie croniche o post acute invalidanti suscettibili di trattamento”. Per intenderci in una residenza sanitaria di questo tipo devono essere garantiti, soprattutto, l’assistenza sanitaria di base e trattamenti riabilitativi. Vi si accede tramite l’ospedale e vi si può restare due mesi, prorogabili. Le Ra, invece, accolgono anziani autosufficienti, ma non più in grado di vivere autonomamente, bisognosi cioè di cure “minori”. E poi ci sono le cosiddette residenze “alberghiere” (case di riposo) che, rispetto alle altre due, devono garantire determinati standard assistenziali, ma non ai livelli di Rsa e Ra. Escludendo le Rsa, tutte accreditate con la Regione e quindi la retta (circa 3 mila euro al mese) viene onorata dal servizio sanitario, Ra e residenze per anziani possono essere pubbliche, private o miste con rette che si aggirano, in media, tra i 1.100 e i 1.300 euro.

La mappa
Nello specifico le Rsa sono presenti a Castel di Sangro dove c’è la Pax Christi gestita dalla Società Cooperativa Sociale 2000 Arl con 28 posti, tutti occupati ed accreditati con la Asl. Si tratta di una struttura autorizzata, ma non ancora con un progetto definitivo, che, oltre agli anziani, ospita anche disabili adulti. “Rispettiamo tutti i parametri imposti dalla legge- spiega la direttrice, Tina Colella- perché siamo costantemente monitorati, anzine abbiamo anche in eccesso visto che ci sono più terapisti del previsto che svolgono anche doppi trattamenti”. A Villalago c’è la San Domenico, gestita dalla Sangro Gestioni. Venti i posti letto ( di cui 16 accreditati) e altrettanti gli ospiti. Un’altra Rsa è presente a poco più di 20 chilometri dalla Valle Peligna ed è a Tocco da Casauria. Discorso un po’ diverso per Alfedena, dovec’è la San Pietro , gestita dalla Cepsa Onlus, autorizzata dalla Regione, ma non accreditata. Ciò significa che al suo interno sono forniti servizi sanitari, ma la retta è a totale carico dell’utente. La direzione, però, ha chiesto la trasformazione della struttura in Ra, “perché ce n’è più bisogno sul territorio visto che ne sono poche- spiega il presidente, dottor Enrico Scala-. Noi ospitiamo sia pazienti autosufficienti sia no, il confine tra i due è davvero molto labile”. E’ lui che parla del grande sforzo che le strutture di questo tipo hanno dovuto fare nell’adeguarsi agli standard imposti dalla legge 32.

Per quanto riguarda le Ra , invece, a Popolisi trova Il Giardino in cui, su 63 posti accreditati, ci sono 55 ospiti e circa 30 dipendenti (tra cui 1 geriatra, 1 fisioterapista, 5 infermieri, 20 dipendenti assistenziali ed ausiliari). E’ dal suo direttore, Riccardo Marchese, che viene fuori una prima problematica legata a questo mondo: “Gli anziani non autosufficienti non possono stare dentro semplici case di riposo, ma l‘Abruzzo ne è pieno”. Ra sono presenti anche a Sulmonae in particolare c’è quella, autorizzata, ma non accreditata, della Casa Santa dell’Annunziata che ospita 38 persone su 40 posti letto. Stessa natura per la San Francesco, gestita sempre dalla Cepsa Coop, anch’essa autorizzata, ma non accreditata, che ospita 28 anziani su 32 posti letto.

Ancora a Sulmona, inoltre, sono presenti anche 2 residenze “alberghiere”: quella di Largo Mazara, gestita dalla Progresso srl, con 44 posti letto e 39 ospiti, e la Santa Lucia in cui vivono 26 anziani su 26 posti disponibili.
E’ la Fondazione Papa Paolo VI che si occupa, invece, delle residenze di Raiano e Goriano. Nella prima vi sono 34 ospiti su 45 posti letto, mentre nell’altra 16 anziani su una capacità di 21 posti. Da “alberghiera” la Fondazione punta a modificare lo stato della struttura in Ra, o almeno ne ha fatto richiesta intascando già il placet della Asl, da aprire anche a disabili adulti. La Sapa srl gestisce, invece, la residenza Villa Franca a Castelvecchio Subequo e la Sant’Ubaldo di Corfinio con, rispettivamente, 22 e 24 ospiti su una capacità di 24 posti ognuna. Ritorna il nome della Cepsa Onlus che, tra le residenze per anziani, gestisce anche quella di Pacentro con 20 anziani e quella di Roccacasale con 18 i quali, però, sono stati trasferiti nelle strutture di Pacentro e Alfedena a seguito della nevicata di fine anno che ha compromesso la struttura di Beato Mariano. “La problematica è seria- spiega il dottor Scala- e i tempi per il rientro non si conoscono. Il pavimento del parcheggio, che sarebbe poi il tetto della residenza, è crepato. Non mi va di far rientrare gli ospiti in queste condizioni” conclude. E poi, un’ultima residenza è la Mons. D’Achille di Popolicon 28 ospiti autorizzati e 18 occupanti.

La soluzione Pratola
A voler individuare ognuna di queste strutture su una mappa del Centro Abruzzo, e dividendole tra accreditate e non, vien fuori che su 16 strutture, in Valle Peligna non ce n’è nemmeno una totalmente pubblica. O meglio: non ancora. L’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, ha inserito Pratola tra i paesi da finanziare per una residenza assistita nell’ex scuola media, ad un passo dal Comune, in pieno centro.
Si tratta della struttura, inutilizzata da ben 15 anni, in cui sarebbe dovuto sorgere il centro per l’autismo dirottato poi nella “Pagoda” in località Capocroce, struttura, quest’ultima, appartenente alla Asl e originariamente destinata a Rsa.
Insomma, cambiano i fattori, ma il risultato no cambia. “Silveri e Paolucci hanno effettuato un sopralluogo sull’ex scuola media lo scorso ottobre- spiega il sindaco, Antonio De Crescentiis-. Martedì c’è stato un incontro in Regione e per il 28 febbraio dovrebbe essere pronto il nuovo piano di residenzialità. Da quando la notizia sarà resa ufficiale avvieremo tutte le carte”. La struttura, su cui saranno investiti 1,5 milioni di euro, sarà fornita in comodato d’uso gratuito.


postato il 21/2/2015

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