INCHIESTA

15324Bussi

Le acque dei veleni (seconda parte)

Dopo la bufera mediatica i consigli comunali di Popoli e Bussi diffidano la stampa


BUSSI. Uniti, come non mai, i consigli comunali straordinari di Bussi e Popoli hanno deliberato di reagire alla interminabile vicenda mediatica dell’avvelenamento delle acque, ai danni di immagine e non solo, che stanno subendo e all’assenza di uno studio epidemiologico e di un registro regionale dei tumori. A ragione, i sindaci dei due paesi continuano a declamare la bontà e potabilità delle loro acque, ma non a ragione diffidano la stampa. Noi prescindiamo dalle semplificazioni giornalistiche poiché realisticamente esistono: la Montedison che ha gestito la fabbrica e inquinato le aree limitrofe fino agli anni Novanta, la Solvay che è l’attuale proprietaria e gestore del sito, l’Aca\Ato che ha ostinatamente distribuito l’acqua inquinata prelevata da Castiglione a Casauria fino al 2007, il fiume Pescara che, come altri fiumi che attraversano aree industriali, è inquinato ed esistono anche (da alcuni anni) ambientalisti onnipresenti in ogni giornale e telegiornale ben consapevoli che una sovraesposizione mediatica potrà condurli verso accattivanti e ben remunerate poltrone o in politica. In questa seconda parte però, vogliamo parlare anche di danni all’economia locale. Come in altre località italiane che dai primi del secolo scorso hanno subito una industrializzazione crescente, la tutela dell’ambiente ha ricevuto una scarsa attenzione anche per carenze normative (il primo ministero dell’Ambiente e lo stesso concetto di “danno ambientale” risalgono al 1986). La chimica bussese in cento anni ha alimentato quindi sia l’economia dell’alta valle del Pescara, allora chiamata “la valle del lavoro” e sia i depositi di rifiuti tossici ai margini della fabbrica, con la consapevolezza più o meno esplicita di lavoratori, sindacati e istituzioni. Ai primi anni di questo secolo invece, dopo l’arrivo della Solvay cominciano a diffondersi le analisi fuori norma delle acque dei vicini pozzi di Castiglione a Casauria e inizia lo scontro tra i due colossi della chimica. La contaminazione proveniva dal sito produttivo e\o dalla “improvvisa e provvidenziale” scoperta della megadiscarica della Montedison? Solo dal 2007 con i pozzi San Rocco a Bussi (lontani da ogni possibile influenza del sito industriale) l’acqua torna ad essere pura e potabile per i pescaresi. è significativa in questi giorni di vigilia elettorale la dichiarazione della giovane e dinamica segretaria del circolo Pd di Bussi, Cinzia Trabucco con riferimento all’onorevole Giorgio D’Ambrosio: «Non possiamo sottacere la enorme difficoltà e imbarazzo nel sentire che nelle nostre liste per le prossime regionali potrebbero figurare persone che hanno avuto grosse responsabilità al punto di far riaprire quei pozzi dichiarati inquinati, liste che non voteremo mai». Invece nonostante le acque del fiume Tirino continuano a scorrere silenti, trasparenti e gremite di trote e gamberi (anche azzurri), fino alla confluenza nel Pescara, appaiono rilevanti i danni già subiti dai centri turistici, dai ristoranti e dai vivai di produzione e vendite di prodotti ittici della zona. Paolo Setta direttore del Centro servizi di Bussi esprime così il suo sconcerto: «La nostra utenza prevalente sono le scuole che nel 2013 hanno assicurato oltre 3.000 presenze e che ora ci riempiono di telefonate per gli allarmismi e le preoccupazioni dei genitori sull’inquinamento, prima di confermare spesso in misura ridotta le prime presenze o di rinviare la conferma all’assemblea dei genitori. Molte sono le disdette per vari ristoranti lungo il fiume Tirino, dove invece continua in crescendo il ripopolamento dei gamberi di fiume monitorati dal centro di riproduzione dell’istituto zooprofilattico d’Abruzzo, che come noto, sono indicatori di purezza dell’acqua. Molti operatori hanno cancellato nei depliant i nomi “Tirino” e “Bussi”, lasciando solo la dicitura “Parco fluviale del Gran Sasso”. Abbiamo inviato una lettera alle scuole per ribadire l’estraneità dell’ambiente fluviale con le discariche della zona industriale. In questa valle del Tirino, tra Capestrano e Bussi, che continua ad offrire gli scorci più suggestivi ed incontaminati d’Abruzzo, il prossimo 14 maggio si terrà l’assemblea annuale del consorzio Abruzzo Traveling. Anche a Popoli telefonate alla Gran Guizza con richieste di certificazione sulla qualità dell’acqua tanto che si attende con ansia il prossimo riscontro del mercato e dei consumatori, mentre i ristoratori hanno già ricevuto tante disdette per le prenotazioni pasquali. «Stiamo operando un rilancio attraverso i mass media ma soprattutto dovranno essere la fascia dei 700 mila utenti a dimostrare che l’acqua proveniente da Popoli è di altissima qualità» ha dichiarato Giovanni Diamante assessore all’Ambiente di Popoli, la città delle acque.

postato il 19/4/2014

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