EDITORIALE

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Campane stonate



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Per fare le battaglie di campanile è meglio salirci su al campanile, piuttosto che arroccarsi sotto. Perché dall’alto si ha almeno una visione d’insieme. Sennò si rischia di fare la fine di Avezzano, che mette a ferro e fuoco la regione perché si vuole tenere Neurochirurgia, anche se di Neurochirurgie la legge ne prevede in Abruzzo una al massimo due e ce ne sono invece cinque. E sono soldi nostri quelli con cui paghiamo primari che producono poco e niente. Soldi tolti a tutto il resto della dispendiosa galassia sanitaria. Sulla riorganizzazione della rete ospedaliera si è detto e si dirà di tutto: ma in realtà molti, dalla base del campanile, si preoccupano solo di contare cosa resta e cosa va sulla carta, senza chiedersi se quel che risulta, c’era e funzionava, se era necessario e utile. A Sulmona, ad esempio, almeno cinque delle unità operative (tra complesse e dipartimentali) trasformate o chiuse, non hanno mai funzionato realmente. Erano lì per dare un posto al primario e niente più, magari senza posti letto e senza personale. Eppure nessuno o quasi in questi anni ha lamentato il disservizio, magari anche ignorando che esistesse. Certo non è che la riorganizzazione della sanità sarà un toccasana: qualcosa Sulmona perderà, ma è molto meno di quanto accadrà nel resto della regione. Una premessa dall’alto del campanile è necessaria: il bacino d’utenza della Valle Peligna, con l’Alto Sangro e la Val Pescara inclusi, non arriva alle 80mila persone che sarebbero necessarie secondo il decreto 70 per avere un ospedale di base. E alla fine il Centro Abruzzo avrà qualcosa in più di quello che gli spetta. Legittimamente per carità, visti i monti e tutto il resto. Altra cosa è, invece, pretendere che ciò che è previsto funzioni: la medicina territoriale, ad esempio, che è un cardine importante del nuovo Piano sanitario stenta ancora da queste parti, così come il personale previsto negli ospedali, con il caso eclatante di chirurgia e anestesia di Sulmona e Castel di Sangro. Per questo si, vale la pena suonare le campane a guerra.

postato il 15/7/2016

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