15320
Il Punto di Pat.Iavarone n.07
Non sono casi isolati o “semplici cretini”. Non basta affrancarsi così la coscienza. Perché quei sette ragazzini, poco più che adolescenti, che sabato scorso hanno inaugurato anche a Sulmona, nella tranquilla e provinciale Sulmona, la moda del “knockout game”, picchiando passanti innocenti per il solo gusto di farlo, sono figli di questa città. I vicini della porta accanto, i nipoti che vedremo anche a queste feste comandate, con i quali divideremo “l’agnello di Dio” e per i quali abbiamo già pronto sul tavolo l’uovo di Pasqua. Da perfetti nonni, zii, genitori. Tutti a baciarsi e abbracciarsi dopo la corsa della Madonna e a scambiarsi regali e auguri. La sorpresa, questa volta, però, l’hanno fatta loro e non è ricoperta di cioccolato, ma di rabbia, violenza, noia, alcol e cocaina. Perché non serve cambiare nome alle cose, trovare sinonimi al disagio. Questi sono cretini educati ad essere tali, da una Rete senza filtri e dalla pigrizia di capirne i meccanismi. Con le loro scarpe di marca e i rotoli da cento euro nelle tasche, con i genitori, gli zii, i nonni, che non chiedono, né si chiedono, da dove provengano le une e le altre. Non sono casi isolati o “semplici cretini”, sono i figli di una città che arranca, che non stimola più, con i cinema chiusi, le biblioteche inagibili, le associazioni soffocate dai debiti, i teatrini inaccessibili, le attività culturali sostituite da spettacoli da baraccone e la scuola trasformata in un campo di gara, dove tutto è permesso e non esiste fair play. Il degrado possibile cresciuto all’ombra di politici e burocrati che non hanno saputo dare risposte e che si accontentano di premi di produzione “dovuti” e non meritati. Per tutto il non fatto e il rimandato. E non basta, neanche, affrancarsi con gelido distacco da questa ondata di violenza, accontentarsi del non essere tra quei nonni, quegli zii, quei genitori. Perché tra gli innocenti passanti, un sabato sera, potrebbe esserci chiunque e perché quella moda goffamente importata dalla metropoli, perché altro da fare non c’è, potrebbe doverla subire chiunque. Un giorno qualunque, prima che la Madonna scappi in piazza, mentre ci si scambiano gli abbracci di pace, tra un uovo e una sorpresa di Pasqua.
postato il 19/4/2014