EDITORIALE

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Il Punto di Pat.Iavarone n.07




Non sono casi isolati o “semplici cretini”. Non basta affrancarsi così la coscienza. Perché quei sette ragazzini, poco più che adolescenti, che sabato scorso hanno inaugurato anche a Sulmona, nella tranquilla e provinciale Sulmona, la moda del “knockout game”, picchiando passanti innocenti per il solo gusto di farlo, sono figli di questa città. I vicini della porta accanto, i nipoti che vedremo anche a queste feste comandate, con i quali divideremo “l’agnello di Dio” e per i quali abbiamo già pronto sul tavolo l’uovo di Pasqua. Da perfetti nonni, zii, genitori. Tutti a baciarsi e abbracciarsi dopo la corsa della Madonna e a scambiarsi regali e auguri. La sorpresa, questa volta, però, l’hanno fatta loro e non è ricoperta di cioccolato, ma di rabbia, violenza, noia, alcol e cocaina. Perché non serve cambiare nome alle cose, trovare sinonimi al disagio. Questi sono cretini educati ad essere tali, da una Rete senza filtri e dalla pigrizia di capirne i meccanismi. Con le loro scarpe di marca e i rotoli da cento euro nelle tasche, con i genitori, gli zii, i nonni, che non chiedono, né si chiedono, da dove provengano le une e le altre. Non sono casi isolati o “semplici cretini”, sono i figli di una città che arranca, che non stimola più, con i cinema chiusi, le biblioteche inagibili, le associazioni soffocate dai debiti, i teatrini inaccessibili, le attività culturali sostituite da spettacoli da baraccone e la scuola trasformata in un campo di gara, dove tutto è permesso e non esiste fair play. Il degrado possibile cresciuto all’ombra di politici e burocrati che non hanno saputo dare risposte e che si accontentano di premi di produzione “dovuti” e non meritati. Per tutto il non fatto e il rimandato. E non basta, neanche, affrancarsi con gelido distacco da questa ondata di violenza, accontentarsi del non essere tra quei nonni, quegli zii, quei genitori. Perché tra gli innocenti passanti, un sabato sera, potrebbe esserci chiunque e perché quella moda goffamente importata dalla metropoli, perché altro da fare non c’è, potrebbe doverla subire chiunque. Un giorno qualunque, prima che la Madonna scappi in piazza, mentre ci si scambiano gli abbracci di pace, tra un uovo e una sorpresa di Pasqua.

postato il 19/4/2014

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Commenti
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Postato da Kevin Lynch alle 10:38 di venerdì 18 Aprile 2014
Un fatto che sconcerta e che fa riflettere è che alcune Testate locali abbiano riportato questa notizia con allarme ed enfasi, mentre altre nemmeno con un solo rigo.



Postato da genoveffa alle 17:32 di martedì 22 Aprile 2014
Sono giovani cresciuti con l'arroganza di volere tutto e subito,di ricevere un SI sempre ,togliendo così ogni responsabilità al genitore che trova faticoso dare un NO motivato.Sono giovani sfuggiti di mano alla famiglia che non è più punto autorevole di riferimento.Giovani annoiati che cercano l'ebrezza del vivere nel branco,incapaci di scelte personali e perciò responsabili.



Postato da harry_callaghan alle 18:30 di mercoledì 23 Aprile 2014
Tanti anni fa, un nostro illustre concittadino - di fronte ad una plateale novitá - esclamò: "Che m'et' purtat'... Miles Davis?" Oggi cosa esclamerebbe, di fronte a questo tracollo etico di ignota origine?..... :-/




 

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