CULTURA

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La guerra degli anarchici



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All’aperto, ma in un cortile coperto. Durante giorni di caldo insopportabile, ma dopo un acquazzone (quasi) rinfrescante. SBIC, una lista elettorale, ma anche un movimento, ci ha proposto la sua attività culturale/estiva: una lezione, ma anche una rappresentazione; un lavoro teatrale e quindi anche musicale, antimilitarista.
Mercoledì 22 luglio, al cortile del palazzo della Comunità Montana, Adriana (Giacchetti) e Gianluca (Pacciucci) hanno messo in scena una lezione-spettacolo intitolata “La rosa rossa”.
Siamo nel 2015 e il gioco degli anniversari costringe la memoria a correre alla prima guerra mondiale. Ma abbiamo dovuto aspettare luglio per sentire una voce contro la retorica bellicista, piena di fanfare e stendardi. Abbiamo aspettato, ma ne è valsa la pena: “Traditori signori ufficiali/ Che la guerra l'avete voluta/ Scannatori di carne venduta/ E rovina della gioventù”.
E’ stato salutare sentire brani di Papini, di Govoni, ma anche della “nostra” Virgilia D’Andrea e di Leda Rafanelli. E poi i canti impegnati e popolari in cui la “Santa Bandiera” non è quella italiana, la stessa di Cadorna, ma quella rossa e socialista.
Il titolo dell’incontro richiama alla memoria Rosa Luxemburg e la serata rievoca la sua morte e quella di Karl Liebknecht, rivoluzionari caduti nel corso della rivolta Spartachista del 1919. “Ora è sparita anche la Rosa rossa./ Dov'è sepolta non si sa./ Siccome disse ai poveri la verità/ I ricchi l'hanno spedita nell'aldilà.”
Ma SBIC non era: “nè di destra, nè di sinistra”? E non aveva detto di “non essere un partito politico, ma un movimento locale”? E mo’, in versione estiva, l’abbiamo ritrovato anarchico e impegnato nelle politiche nazionali, quali quelle delle spese militari?
Insomma, il caldo facilita la confusione?
No, basta guardare il bimbo che si addormenta fra le braccia di una madre (Caterina), mentre Adriana canta l’antimilitarismo delle donne: quello che semplicemente dice “Non l’ho fatto mica perché muoia così, nel carnaio della guerra”. L’antimilitarismo diventa il buon senso delle donne, nè di destra nè di sinistra. Oppure basta guardare il bimbo che si addormenta fra le braccia di un padre (Alessandro) che è stato insonne tante notti a difesa del polo nascite di Sulmona. Anche qui: buon senso, semplice buonsenso che mette al centro del mondo l’uomo e fa girare tutto intorno a lui, anche a livello locale.
Una bella serata in cui un refolo di vento fresco fa ben sperare.

Paolo D'Amato


postato il 25/7/2015

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