19843Pratola
Mobbing, vigilessa fa causa al Comune
Alla donna è stata concessa la malattia professionale da Asl e Inail, chiesto un risarcimento danni di 200mila euro
Una causa da 200mila euro è quella intentata da una poliziotta municipale al proprio comando e al sindaco di Pratola Peligna per mobbing. La donna da 4 anni, infatti, avrebbe vissuto nel suo luogo di lavoro come in un incubo, costretta a turni assurdi, a lavorare tutte le domeniche e a svolgere servizi anche di notte nonostante sia madre di due bambini. Non solo. La sua postazione di lavoro non sarebbe stata come quella di tutti in un comodo ufficio bensì una scrivania, priva di targhetta identificativa, posizionata lungo il corridoio con tanto di stampante e sedia ergonomica portate direttamente da casa. E poi la mancanza di comunicazione con i colleghi, impossibile, pare, anche solo per un saluto, e il demansionamento che l’avrebbe portata ad occuparsi di dischi orari, mansione solitamente spettante agli ausiliari del traffico.
Due mesi fa, poi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, una lite con i colleghi che avrebbe esasperato talmente la donna tanto da condurla allo sportello antimobbing della Asl dove, effettivamente, le è stata riconosciuta la malattia professionale, ulteriormente sostenuta dall’Inail. Così la decisione di fare causa, sostenuta dall’avvocato Teresa Nannarone, che il 18 maggio vedrà la discussione del ricorso d’urgenza per interrompere l’azione mobizzante, mentre a luglio sarà il turno della causa civile, momento in cui si discuterà del risarcimento danni.
Nulla di anomalo, invece, secondo l’avvocato difensore del Comune, Delio Guido, poiché la copertura del servizio domenicale sarebbe obbligatoria per tutti, inoltre, non ci sarebbero stati azioni di mobbing certificate, anzi, alla donna sarebbe stato concesso il congedo con la 104 non appena richiesto.
Spetterà al giudice, ora, decidere se per la donna c’è stato o meno il rispetto del contratto di lavoro. s.pac
postato il 2/5/2016 alle ore 21:33