CRONACA

16536Sulmona

"Sfratto" dall'Annunziata

Musei, ufficio turistico, cappella del Corpo di Cristo e auditorium, sono "abusivi": il Comune non interessato a rinnovare la convenzione. Sull'Asp della Casa Santa il pericolo di spoliazione

Documento senza titolo


Non è proprio un ultimatum, anche perché è difficile immaginare lo sfratto di un museo e ancor più di un museo in situ; ma certo la lettera fatta recapitare dal legale della Casa Santa dell'Annunziata a palazzo San Francesco è di quelle che impone almeno una riflessione. La convenzione tra l'ente di beneficenza e il Comune è infatti scaduta il 7 luglio scorso, per cui da questa data i musei, l'ufficio turistico, la cappella del Corpo di Cristo e l'auditorium, non sarebbero più, in teoria, nella disponibilità del Comune. Né, a quanto pare, nell'interesse. Perché la dirigente del settore bilancio, rispondendo alla Casa Santa, ha fatto capire che palazzo San Francesco “salvo diverse disposizioni politiche”, non è più nelle condizioni di pagare i circa 70 mila euro di affitto annui che versava fino a due mesi fa.
”Non è il caso di aprire contenziosi tra enti e istituzioni – spiega Luigi Di Massa, avvocato ed ex commissario della Casa Santa – ma qualcuno, la città tutta, si deve far carico del problema e di un ente di beneficenza che assiste gli anziani con i proventi delle sue rendite ed è il più antico d'Italia”.
La preoccupazione di Di Massa non è solo quella del futuro della gestione dello storico palazzo dell'Annunziata, quanto quella del destino giuridico e patrimoniale dell'ente di beneficenza. Tre anni fa dopo una dura battaglia, infatti, la legge regionale sulla trasformazione delle Ipab in Asp, incluse all'ultimo momento Sulmona come organo autonomo dall'Aquila. Il processo, non ancora concluso, ora però rischia di saltare: innanzitutto perché la nuova giunta regionale ha cambiato i vertici dell'organo commissariale (escludendo un rappresentante di Sulmona) e in secondo luogo perché ci sarebbe un'ipotesi di modifica della legge approvata due anni fa e nella quale la Casa Santa, grazie al suo blasone, ma soprattutto grazie al suo notevole patrimonio immobiliare (solo indicativamente iscritto in bilancio per 13 milioni di euro), era rientrata come titolare di autonomia.
”Invito la città a tenere alta la guardia – aggiunge Di Massa – o il danno potrebbe essere irreparabile”


postato il 23/9/2014 alle ore 18:14

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