SANITA'

17968Sulmona

Paolucci: "Sindaco non all'altezza"

Si iansprisce lo scontro politico-istituzionale sui punti nascita. Martedì si riunisce la commissione tecnica, il 27 l'Agenas

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“Un sindaco che equipara la violenza ad una pulcinellata non è all'altezza del suo ruolo istituzionale”: sono dure le parole dell'assessore Silvio Paolucci rilasciate oggi al quotidiano Il Messaggero e che, in gran parte, sono rivolte al primo cittadino di Sulmona Giuseppe Ranalli, dopo la reazione di questi alla visita “poco ortodossa” fatta dal presidente D'Alfonso sabato scorso nell'aula occupata di palazzo San Francesco. Secondo l'assessore, infatti, il clima di tensione è stato alimentato anche dai sindaci che si sono messi a capo delle proteste, invece di confrontarsi.
Lo scontro politico-istituzionale sui punti nascita, insomma, si inasprisce, nonostante l'invito del segretario di partito ad abbassare i toni. E si colora di polemiche politiche con il centrodestra regionale che definisce “barzellette e castronerie”, la difesa dello stesso assessore Paolucci, quando spiega che la riapertura della partita dei punti nascita (e la nomina di una nuova commissione) è stata voluta proprio dal centrodestra e dai Cinquestelle con una risoluzione. “L'assessore regionale alla Sanità è andato completamente nel pallone e di fronte all'evidenza prova pescare il jolly con una mossa che è autogol clamoroso- scrive Forza Italia -. In pratica D'Alfonso firma il decreto per la chiusura e noi che ci stiamo opponendo di mesi saremmo responsabili? Una tesi che va oltre ogni possibile immaginazione. A questo punto è chiaro che l'assessore avrebbe bisogno di un periodo di riposo, visto che questi mesi passati al timone di un dipartimento come quello della Sanità hanno messo alla prova la sua serenità”.
Lo spiraglio aperto per Sulmona resta al momento quello della riunione della commissione tecnica, prevista martedì, e il parere dell'Agenas (in programma il 27 aprile): saranno questi due organi a decidere se i problemi orografici del Centro Abruzzo sono ancora validi supporti alla deroga. Lo erano fino a qualche mese fa, prima cioè che il numero dei parti crollasse vertiginosamente passando dai circa 400 a meno di 300. Un crollo che a qualcosa e qualcuno è pur dovuto e, probabilmente, anche il centrodestra ha una sua grande fetta di responsabiulità in questo


postato il 16/4/2015 alle ore 17:41

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