CRONACA

18374Sulmona

Snam, Comitati Cittadini: “Ricorreremo alla magistratura”

“Regione e Comune si sono congedati da ignavi e rassegnati al 31 luglio, data in cui sarà comunicato da parte del Governo il provvedimento autorizzativo finale per la centrale di compressione”

Documento senza titolo


“Si chiude una fase di relazioni politiche con il fallimento della stessa politica e si apre ora quella del percorso giudiziario: si dovrà ricorrere alla Magistratura; lo abbiamo paventato in questi anni di lotta ed impegno sociale nei quali, purtroppo, insieme alla negligenza e ai doppi giochi della politica, abbiamo riscontrato anche il lassismo delle categorie del comparto sociale ed economico locale”.
I Comitati di cittadini per l’ambiente dopo l’incontro dello scorso 26 giugno presso il Ministero a Roma lanciano un appello all’unità del territorio per scongiurare che la richiesta di delocalizzazione del progetto Snam si trasformi in una beffa, cioè di una delocalizzazione di qualche centinaio di metri. L’incontro a Roma – si legge nel comunicato dei Comitati - ha dato un esito ancora più scontato ed amaro dei precedenti: non ci eravamo fatti illusione sulla partecipazione del Presidente D’Alfonso che, con la sua ennesima assenza, ha confermato la fuga totale dalle sue responsabilità, né sulle modalità di conduzione della vertenza da parte di Regione e Comune. Si sono congedati da ignavi e rassegnati al 31 luglio, data in cui quasi certamente sarà comunicato da parte del Governo il provvedimento autorizzativo finale per la centrale di compressione a Case Pente”.
”Anziché mettere in campo una strategia di attacco, per la quale c’erano e ci sono validissime argomentazioni, le istituzioni che rappresentano i cittadini hanno svolto un ruolo sbiadito e subalterno. Andavano fatti pesare, come valichi insuperabili, la mancata attuazione della risoluzione parlamentare che impone l’individuazione di alternative al di fuori della dorsale appenninica; l’istituzione del tavolo tecnico, mai insediato, per il quale una norma regionale prescrive una durata di almeno sei mesi; la recentissima legge regionale sulla localizzazione delle centrali di compressione in aree infrastrutturate e sulle distanze di sicurezza; la sentenza della Corte di Giustizia europea sulla obbligatorietà della Valutazione Ambientale Strategica; le forzature ed illegittimità procedurali; l’assenza dell’analisi costi – benefici”.
”La Regione avrebbe dovuto porre al centro del confronto la discussione di una propria proposta alternativa. Il Comune, invece di svolgere un ruolo propulsivo e dotarsi di valide consulenze tecniche e giuridiche, ha preferito adagiarsi sulla linea rinunciataria della Regione. Ci aspettavamo che almeno il Sindaco Ranalli presentasse un dettagliato documento ufficiale con le suddette motivazioni: invece ci si è limitati ad una relazione tecnica sulla impraticabilità della ex cava”.
”Non si tirano i remi in barca quando a soccombere saranno cittadini che hanno avuto il solo torto di scegliere dei rappresentanti che non hanno saputo e voluto tutelarli. Perché in questi sette anni e mezzo di lotta si sono alternati governi nazionali, locali e regionali, che nella vicenda Snam hanno avuto ed hanno pesanti responsabilità: dai parlamentari sulmonesi, alle precedenti amministrazioni comunali che hanno trattato con la Snam senza coinvolgere i cittadini, all’ex Presidente della Regione Chiodi, che si è prodigato nello spianare la strada alla multinazionale, nell’incontro a Roma del maggio 2012, quando definì la “Rete Adriatica” opera di urbanizzazione e la centrale di compressione ‘centralina o sottostazione’.Il Presidente D’Alfonso, il Vice Presidente Lolli, il Sindaco Ranalli, non sono stati i soli a condannare questo territorio, ma l’essere in “buona” compagnia non li discolpa, perché l’esito scontato di questa vicenda avrebbe potuto avere un risultato diverso se avessero svolto appieno i loro compiti istituzionali”.
Redazione


postato il 29/6/2015 alle ore 10:46

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