CULTURA

19823Sulmona

Maiorano e lo sberleffo dei L'Aquilani

Domani presentazione del libro di Fabio Maiorano su vizi e virtù dei "fratelli maggiori" del capoluogo

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Lui si definisce “campanilista e ghibellino” e non si preoccupa delle critiche sulla “ignobile ventata antiaquilana” che il suo libro potrebbe suscitare, anche se poi, ammette, “il saggio “è un autentico atto d’amore” verso il capoluogo. Fabio Maiorano presenta domani all’Archivio di Stato di Sulmona (ore 17) “Aquilani e L’Aquilani”, lavoro iniziato nel 2009 e portato alle stampe solo oggi dopo anni di studio su carte e documenti.
Penna arguta e “velenosa” quella di Maiorano che, forse non a caso, ha chiamato come relatore alla presentazione il giornalista Franco Avallone, uno che insomma agli aquilani (e non solo) non le ha mai mandate a dire.
Le 150 pagine del libro si aprono con una dura caratterizzazione dei “fratelli maggiori” del capoluogo, distinti tra “Aquilani” e “L’Aquilani”, quelli, questi ultimi, “che ignorano la grammatica”, “vantano origini federiciane” (pur non avendole) e che continuano a scrivere “di L’Aquila” “per abitudine o per supponenza; e fors’anche per spocchia”.
Appassionato e studioso di araldica Maiorano racconta i falsi miti del toponimo, gli errori grammaticali e quelli storici dei L’Aquilani, il “furto” di Celestino e le terre dello zafferano.
Irriverente e ironico, un po’ irritante (soprattutto per chi si sente coinvolto), ma anche illuminante e didascalico. Un libro da tenere in libreria insomma, per i peligni, gli abruzzesi e persino per i L’Aquilani.


postato il 29/4/2016 alle ore 19:01

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