17601Bussi
Vicenda Ato, Bussi resiste
La Regione sollecita il Comune a cedere le reti idriche pena il commissariamento. C'è attesa per l'esito del ricorso presentato
Resistenza continua per il Comune di Bussi che di cedere le proprie reti idriche all’Ato proprio non vuole saperne e l’altro giorno lo ha ribadito, nel corso di un Consiglio comunale ad hoc.
La Regione, infatti, ha inviato al Comune una nota, in cui si esorta a cedere il servizio entro 60 giorni o si procederà al commissariamento, accompagnata da 6 mila euro di multa.
Comunicazioni che Bussi non vuole considerare, forte di un regio decreto, datato 1933, il quale sancisce il diritto del Comune ad erogare l’acqua proveniente dalla fonte Sambuco e che la fornisce, tra l’altro, a buona parte del pescarese e del chietino.
Diritto che la Regione non può (non vuole?) far valere poiché il Comune non è riuscito a presentare la documentazione entro il 2007. Si parla dell’anno in cui Bussi è stata travolta da diversi ed inquietanti fatti di cronaca, solo per citarne alcuni: la scoperta della discarica più grande d’Europa e il commissariamento seguito alla caduta della giunta Chella.
Il non cedere le proprie reti all’Ato, però, assume anche un carattere fortemente economico e a sostegno della popolazione che, rispetto ad altri comuni, paga la metà e, per contrastare la crisi, l’amministrazione La Gatta ha “donato” anche 100 metri cubi di acqua alle famiglie.
La posizione forte del Comune di Bussi, in attesa anche dell’esito di un ricorso contro la Regione, coinvolge anche altri comuni abruzzesi ancora fuori dagli enti d’ambito.
Redazione
postato il 26/2/2015 alle ore 10:56