ECONOMIA

25410Pescara

Occupazione: l’Abruzzo cresce lentamente ma le PMI soffrono ancora

Sono 60 mila i disoccupati, in diminuzione rispetto agli anni scorsi ma i livelli pre-crisi sono ancora lontani, l’economista Mauro: “Pochi investimenti pubblici”

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Sono state 501 mila la persone, con oltre 15 anni di età, che in Abruzzo nel 2018 hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuito. L’occupazione, rispetto al I Trimestre del 2017, è cresciuta di 37 mila occupati. All’appello, per tornare ai livelli pre-crisi, mancano ancora 14 mila posti di lavoro. È questa l’analisi del segretario della Cisl AbruzzoMolise, Leo Malandra sui dati pubblicati dall’Istat durante la conferenza stampa di questa mattina alla presenza del professor Giuseppe Mauro, Ordinario di Politica Economica presso la Facoltà di Economia  della Università D’Annunzio di Pescara-Chieti. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 58,1% recuperando più di 4 punti percentuali rispetto al I trimestre dell’anno scorso,ma sempre distante al valore del 2008, dove era pari al 59,5%. L’incremento occupazionale si concentra nell’agricoltura e nell’attività dei servizi, ma non nel commercio, negli alberghi e nella ristorazione. Anche l’industria in senso stretto e le costruzioni, in questo primo trimestre, mostrano una ripresa. Questa tendenza positiva dei settori produttivi non ha comunque riportato ai valori del 2008. Sono 60 mila i disoccupati, ossia coloro che tra i 15 e 74 anni si sono mossi a cercare lavoro. Un numero ancora elevato. Il tasso di disoccupazione è diminuito nel I trimestre 2018, ma rimane tuttavia ben sopra i livelli pre-crisi (6,8%). “La ripresa occupazionale è legata essenzialmente all’aumento dei contratti a tempo determinato come ci segnala l’Inps dall’Osservatorio al Precariato” è intervenuto il segretario della Cisl “Un’occupazione che, purtroppo, non è di qualità e non è stabile soprattutto per la mancanza di incentivi, nazionali e regionali, che creerebbero posti di lavoro aggiuntivi a tempo indeterminato”. Il professor Mauro ha puntato il dito contro la carenza di investimenti pubblici. “Gli investimenti pubblici sono ancora solo sulla carta degli strumenti di programmazione messi in campo dalla politica” ha spiegato “ma in larga parte ancora non operativi e cantierati. L’Abruzzo non può reggersi solo sulla grande impresa manifatturiera, che pure, per rimanere e radicarsi, necessita di interventi infrastrutturali viari, portuali e di estensione della banda larga, come di abbattimento dei costi dell’energia. Ciò che deve essere assolutamente rafforzato è il sistema delle PMI”.

postato il 19/7/2018 alle ore 16:52

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