CRONACA

2583Sulmona

Reazioni al piezo-nucleare

Martedì prossimo il Consiglio Regionale approverà una risoluzione per un centro ricerca. Ma gli ambientalisti temono per monte San Cosimo.


SULMONA. Non ha fatto a tempo ad arrivare in Consiglio Regionale dove, martedì prossimo dopo due rinvii, dovrebbe essere approvata una risoluzione, che l’idea di realizzare un centro di ricerca sul piezo-nucleare nel ventre di monte San Cosimo ha suscitato la reazione dei comitati ambientalisti. Il timore, secondo Mario Pizzola e company, è che il cappello dell’esercito sul progetto possa impedire la smilitarizzazione dell’area, per la cui destinazione a centro di protezione civile nazionale si sono già espressi, senza però mandare le carte alla Regione, sia la Provincia che diciassette Comuni del comprensorio. «Se San Cosimo rimane zona militare – ha detto Pizzola – in base alla legge approvata lo scorso luglio, al suo interno possono fare qualunque cosa senza che le operazioni siano sindacabili, compreso attivare un inceneritore o smaltire scorie radioattive». Tesi fondata, certo, ma che rischia di allontanare così dal nostro territorio, scelto da uno degli scienziati che hanno fatto la scoperta, il sulmonese Fabio Cardone, uno studio che, se dovesse confermare la sua attendibilità, è destinato a cambiare le sorti dell’intera umanità. Si tratta infatti della possibilità di produrre energia nucleare pulita, senza cioè effetti radioattivi su cui, al contrario, sostengono gli studiosi, il piezo-nucleare ha poteri di decadimento molto celeri. Le applicazioni sarebbero di enorme portata e non solo sulla produzione di energia, ma anche e soprattutto nel campo medico (per la cura dei tumori) e in quello ambientale (la bonifica delle scorie radioattive). L’Abruzzo si candiderà per prima con la risoluzione che si appresta ad approvare martedì a guidare il progetto, già sostenuto ed approvato, con tanto di brevetto, dal Cnr, dall’Enea, dall’Arpa, dall’Esercito, dalla Thermo Fischer Scientific e dall’Ansaldo, oltre ad avere la copertura politica dal Senato. Un investimento di 350 milioni di euro, finanziabili dall’Unione Europea, per realizzare il prototipo della macchina, il cui sistema si basa sulla pressione applicata a liquidi e solidi, tramite ultrasuoni, che produce reazioni con il ferro generando energia di gran lunga più potente del nucleare tradizionale. Gli scienziati assicurano che non ci sono pericoli e, d’altronde, Cardone che è di Sulmona, ha avuto l’appoggio del Lions sulmonese, oltre che di politici di destra e sinistra (il progetto era già in cantiere con l’ex assessore Franco Caramanico). Le garanzie perché San Cosimo non si trasformi in una discarica radioattiva devono essere certe, ma altrettanto certo è che il progetto, per la sua portata, non può, questa volta, essere sacrificato alle ragioni di chi vuole indietro la montagna, seppur per farci un nobilissimo ed utile centro di Protezione Civile.

postato il 24/4/2010

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Commenti
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Postato da elzeviro alle 11:07 di sabato 24 Aprile 2010
E' di oggi la notizia che l'assessore regionale Stati e combriccola hanno deciso che il centrodi Protezione civile nazionale sarà dislocato nell'interporto di Avezzano. Inizia il banchetto della Marsica... D'altronde a Sulmona c'è il vitale problema di capire chi sarà l'assessore del prossimo circo




 

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