19304Sulmona
Crisi, l'imbarazzante silenzio della politica
Ad una settimana dall'azzeramento della giunta ancora una fumata nera da palazzo San Francesco. Rischio commissario a lunga scadenza
I telefoni restano muti, la tensione alle stelle. Nessuno sa, nessuno parla. Ad una settimana dall’azzeramento della giunta comunale la situazione sembra ancora in stallo a palazzo San Francesco. I tentativi di giunte “tecniche” sembrano non piacere ai vertici regionali del Pd che dopo il commissariamento della sezione di Sulmona, gestiscono in prima linea la crisi.
I dimasciani sembrano essere ormai fuori dal processo di riconciliazione e si cerca più che altro un accordo con “quelle forze del centrosinistra che hanno vinto alle regionali”. Con i gerosolimiani insomma. Ma l’assessore regionale non si sbilancia, neanche lui vuole parlare. Mentre la città assiste attonita all’ennesima crisi della classe dirigente.
Non dà risposte, soprattutto, il sindaco Giuseppe Ranalli, che si limita a dire che “la situazione è complessa” e che “presto farà sapere qualcosa”. Il suo tentativo di allargare la maggioranza e limitare l’invadenza del Pd dimasciano si è risolto in un caos di equilibri. Né la frattura aperta nella maggioranza sembra così semplice da ricomporre: pesano sulla crisi, soprattutto, una serie di atti di gestione del potere che hanno suscitato l’interesse della magistratura. A partire dall’assunzione del custode museale, operazione difesa dall’assessore in quota Di Masci, Aldo Milan.
A questo punto della crisi e con i tempi a disposizione, le dimissioni del primo cittadino non sarebbero più sufficienti per tornare al voto a maggio: i venti giorni di legge previsti per il ritiro eventuale delle dimissioni, farebbero sforare i tempi massimi previsti: per tornare alle urne a primavera, infatti, entro il 24 febbraio l’operazione di scioglimento del consiglio comunale dovrebbe essere già riconosciuta da un decreto del Presidente della Repubblica e solo per questo ci vogliono almeno una quindicina di giorni (con Federico passarono oltre 20 giorni, 18 quando fu di Centofanti). Insomma anche se si trovassero i numeri per far dimettere nove consiglieri comunali tutti insieme, si sarebbe sul filo di lana per lo scioglimento in tempo utile ad evitare un commissario lungo un anno.
Ultima nota: oggi sarebbe stato il 69esimo compleanno del candidato sindaco Fulvio Di Benedetto, morto durante la campagna elettorale. Chissà cosa avrebbe pensato, chissà cosa starà pensando.
postato il 6/2/2016 alle ore 20:23