CRONACA

16513Pettorano sul Gizio

"Sono stato io": confessa l'uomo che ha sparato all'orso

Messo alle strette dale indagini, confessa di aver sparato all'orso. "E' stato per difendermi"

aggiornamento


Documento senza titolo


“Sono stato io”: messo alle strette dalle indagini della Forestale, oggi pomeriggio Antonio Centofanti, il dipendente dell'Anas indagato per la morte dell'orso scoperta venerdì scorso, ha confessato al sostituto procuratore della Repubblica, Aura Scarsella, le sue responsabilità.
Assistito dal suo legale Valentino Zurlo, l'uomo ha chiesto di essere ascoltato per rendere dichiarazioni spontanee e il magistrato lo ha raggiunto nella sua abitazione di Ponte d'Arce dove, d'altronde, l'indagato si trova in convalescenza proprio a seguito dell'incontro ravvicinato avuto con il plantigrado il 10 settembre scorso.
L'uomo ha ammesso di aver sparato, ma di averlo fatto per difendersi e che l'uccisione è stata solo un incidente, perché la sua intenzione non era quella di ammazzare l'animale, ma di spaventarlo: "Sono uscito con il fucile per difendere la mia famiglia poi quando mi sono trovato davanti l'orso ho avuto paura e indietreggiando mi è partito un colpo. Non pensavo di averlo colpito poi quando lo hanno ritrovato ho capito che il colpevole ero io".
Ora gli inquirenti dovranno verificare quanto raccontato dall'uomo, confrontarlo con quanto sostenuto sin dall'inizio e valutare la sua credibilità ovvero capire se l'uccisione dell'orso sia stata dolosa o colposa.
Rischia da 4 mesi a 2 anni di carcere, salvo ulteriori imputazioni che pure alcune associazioni ambientaliste insistono per contestargli.


postato il 19/9/2014 alle ore 17:49

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Commenti
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Postato da saverio alle 20:12 di venerdì 19 Settembre 2014
E cosi ora anziche chiamare a rispondere che aveva il dovere istituzionale di evitare che l'orso arrivasse a minacciare la la vita della popolazione pagherà chi ha esercitato il diritto dovere di difendere , oltre alla sua incolunità, la propria famiglia e i propri beni. Auguriamo al Centofanti di incontrare un GIUDICE capace di chiamare a rispondere della morte del plantigrado i preposti e pagati per assicurarne la tutela.




 

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